Presentandola sul palco del Web Summit di Lisbona a novembre 2017, il padrone di casa Paddy Consgrave l'ha definita la startup che sta crescendo più velocemente al mondo, "probabilmente un caso unico nella storia". Non è un dato facile verificabile, per ora, ma Ofo è di sicuro caso mondiale senza precedenti ed è difficile non crederlo. Il servizio di bike sharing, nato a Pechino nel 2014, solo negli ultimi 9 mesi ha raccolto oltre due miliardi di dollari, in grossa parte arrivati dalle casse del gigante dell'ecommerce cinese Alibaba.
Nata dall'idea di sei studenti programmatori dell'università di Pechino, ha risposto all'inizio al bisogno dei ragazzi che frequentavano il campus: avere a disposizione una bici che poteva essere presa ovunque, lasciata ovunque, usando un'app sullo smartphone. I sei ragazzi di Pechino, tutti poco più che ventenni, nel 2013 sviluppano il software che diventerà il cuore di Ofo, e progettano la struttura in gps da collegare alle bici in maniera tale che ogni posizione sia mappata. Il progetto funziona. I primi soldi arrivano a dicembre del 2015.
Allora era la bici degli studenti universitari e i soldi messi dai primi investitori cinesi, meno di 100 mila euro, arrivarono per comprare delle bici e sviluppare meglio la parte hardware. Diventa in poco tempo la bici più usata dagli studenti, arrivando in 200 campus cinesi. Nel 2016 la svolta: con un accordo con la municipalità di Pechino, escono dalle università e diventa una bici per tutti. Raccoglie altri 200 milioni e si espande in tutta la città. Adesso ha una percentuale di penetrazione del 53% nella capitale cinese, quasi 20 milioni di persone.
Oggi è presente in circa 80 città in Cina. Poi nel 2017 comincia la scalata globale, arrivando in 20 Paesi e coprendo le distanze cittadine di 250 città con oltre 10 milioni di biciclette, tutte gialle, il colore societario.
Alle spalle di Ofo c'è il gigante dell'e-commerce cinese Alibaba, che ha investito nella società insieme ad altri investitori privati circa 2 miliardi di dollari negli ultimi dodici mesi. L'ultimo round da 866 milioni, comunicato il 13 marzo, servirà a spingere la crescita globale del gruppo. La società tiene in gran segreto i dati sulla propria crescita. Non si sa quanto fatturi, quando e se è tornata in utile e quali saranno i prossimi passi. Dal palco del Web Summit il cofondatore Zhang Yanqi ha detto però che la crescita e la percentuale di persone che usano le loro bici gialle all'estero lo sorprende, "anche superiore a quella che abbiamo registrato in Cina. Abbiamo percentuali di penetrazione in meno di un anno pari al 40% ad Amsterdam, del 30 a Copenhagen".
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Ma le bici sono presenti anche a Milano, Londra, Parigi, Madrid, Lisbona, per citare alcune delle capitali europee. Le città in cui investire vengono scelte in base ad un metodo 'scientifico', ha spiegato Zhang, che vede "al primo posto la densità della popolazione, poi le infrastrutture, l'uso degli smartphone, la propensione all'uso della bicicletta e se una città è in pianura o in collina". Elementi che ne hanno decretato il successo mondiale.
La società ha un tesoro in tasca, che però non vuole sfruttare, per ora. I dati, milioni di dati, sull'uso delle bici, sugli spostamenti delle persone, le zone frequentate, da dove partono e dove arrivano, che però sono raccolti in "assoluto anonimato", aveva precisato Zhang, "non li abbiamo mai usati se non per ragionare con le amministrazioni su quali aree sono più usate le bici o quelle che avrebbero bisogno di interventi urbanistici".
Il bike sharing in Cina e nel resto del mondo sta crescendo spinto dalla competizione tra i due leader indiscussi del settore. Oltre a Ofo infatti c'è Mobike, altra società cinese. Assieme detengono una quota pari al 90% del mercato del paese asiatico: sono riuscite a reggere e conquistare spazio in un Paese dove la febbre da bici condivise aveva portato alla nascita di 60 startup. Se Ofo è sostenuta da Alibaba, Mobike è foraggiata da Tencent che nel 2017 ha guidato round per 815 milioni di dollari.
Prima dell'ultimo round di investimento Ofo valeva circa un miliardo, Mobike tre. Con l'ultimo investimento di Alibaba, la valutazione di Ofo potrebbe avvicinarsi a quella di Mobike, aggiungendo un tassello ad una possibile fusione tra le due aziende, che molti ipotizzano ma di cui ancora non si sa nulla di ufficiale se non di qualche incontro esplorativo raccontato lo scorso ottobre da un manager di Mobike a Bloomberg. Una fusione che avrebbe come obiettivo la creazione di un monopolio del bike sharing con l'obiettivo di aggredire con più forza i mercati europei e quello americano.