Donald Trump rilancia nello scontro sui dazi: dopo aver ribadito che le nuove misure sulle importazioni di acciaio ed alluminio riguarderanno anche Ue e Canada, il presidente americano ha minacciato di colpire le auto europee vendute in America se da Bruxelles arriveranno ritorsioni. Un monito che rischia di alimentare una guerra commerciale, al punto che il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha invitato l'Europa a una reazione "misurata".
Fonti vicine al presidente americano citate dal Wall Street Journal hanno riferito che Trump ha escluso che Ue e Canada possano ricevere esenzioni sui dazi del 25% sull'acciaio e del 10% sull'alluminio perché creerebbero "un terreno scivoloso". Poi è arrivato il tweet presidenziale a diffidare il Vecchio continente dall'introdurre rappresaglie commerciali: "Se la Ue vuole aumentare ulteriormente i già massicci dazi e barriere imposte alle società Usa che fanno affari lì, noi semplicemente applicheremo una tassa sulle loro auto che liberamente entrano negli Stati Uniti". "Rendono impossibile vendere le nostre auto (e molte altre cose) da loro", ha aggiunto alludendo ai Paesi europei, "grande squilibrio commerciale!".
In un secondo tweet il presidente americano sottolinea come "gli Stati Uniti hanno 800 miliardi di dollari l'anno di deficit commerciale a causa dei nostri stupidi accordi e delle nostre stupide politiche. I nostri posti di lavoro e la nostra ricchezza vanno a finire in altri Paesi che si sono approfittati di noi per anni. Loro ridono su quanto sciocchi sono stati i nostri leader. Mai più!".
Juncker: "Non nasconderemo la testa sotto la sabbia"
Da Bruxelles, il presidente della commissione Europea, Jean-Claude Juncker, ha replicato spiegando che la Ue potrebbe considerare di imporre dazi su famosi prodotti americani, compresi "Harley-Davidson, il bourbon ed i blue jeans". "Noi vorremmo una relazione ragionevole con gli Usa, ma non possiamo semplicemente mettere la testa sotto la sabbia", ha spiegato. L'Ue penserebbe a tariffe doganali del 25% su circa 3,5 miliardi di dollari di importazioni dagli Stati Uniti. Possibile anche un ricorso alla World Trade Organization insieme agli altri Paesi danneggiati e la valutazione di misure di salvaguardia. L'impressione, però, è che la Casa Bianca non intenda fare retromarce nella nuova guerra commerciale di Trump che, dopo pannelli solari e lavatrici, rischia di chiudere le porte dell'America a materi prime prime fondamentali come acciaio e alluminio, che arrivano soprattutto da Canada, Europa e Cina.
Così Calenda ha sottolineato che "la scelta di Trump di non escludere dai dazi l'Ue rischia di avere serie conseguenze che vanno ben oltre quelle economiche, un'altra frattura in un Occidente già diviso e indebolito". Di qui l'appello all'Ue che "deve avere una reazione misurata per non innescare una guerra commerciale".
Ma in Usa non tutti stanno col presidente
I dazi Usa suscitano perplessità anche nello staff di Trump: il consigliere economico della Casa Bianca, Gary Cohn, ha minacciato di dimettersi, una decisione che rischia di spaventare i mercati. E il Fondo Monetario Internazionale ha avvertito che "le restrizioni sulle importazioni annunciate dal presidente Usa causeranno probabilmente danni non solo al di fuori dagli Stati Uniti ma anche all'economia statunitense, inclusi il suo settore manifatturiero e quello delle costruzioni".