Miliardi di investimenti in sicurezza e cybersicurezza, attività di intelligence, droni invisibili ai radar. Poi basta una corsetta e la copertura salta. Per individuare alcune basi militari basta un'app per il fitness: Strava. L'applicazione, come molte sue concorrenti, permette a chi le usa di tracciare, con il gps dello smartphone, il proprio percorso mentre si corre, si nuota o si va in bicicletta.
Lo scorso novembre, Strava ha diffuso una mappa globale nella quale è possibile vedere i percorsi degli utenti e capire quanto spesso vengono affrontati: le linee bianche indicano un tragitto utilizzato di frequente; quelle gialle e rosse uno meno battuto. Nei Paesi occidentali, dove l'app è più diffusa, orientarsi nel dettaglio dei singoli percorsi, tra linee di diverso colore che s'intrecciano e si sovrappongono, è complicato.
Altrove, però, la mappa di Strava è diventa una sorta di insegna luminosa che indica la posizione di basi militari e persino degli appartamenti della Cia. Se ne è accorto uno studente australiano, Nathan Ruser. Come ha fatto? Semplice: ha zoomato nei punti più scuri della mappa (cioè quelli meno frequentati dagli utenti dell'app).
E ha notato che, nel bel mezzo del nulla digitale spuntavano delle linee: si trovano in Siria, in Somalia, in Iran, in Afghanistan e sono i tragitti dei militari. Accedono all'applicazione, si agganciano al gps per una corsetta, magari lungo il perimetro della propria base. Ed eccole localizzate, disegnate da linee bianche, gialle e rosse senza bisogno di telecamere e infiltrati.
Strava ha fatto in modo più preciso quello che tutte le app di fitness fanno. Mappare i percorsi permette agli utenti di tracciare i propri ed esplorare quelli degli altri. Si tratta di dati anonimi. Ma in questo caso poco importa, perché - come ha sottolineato Ruser – “le basi americane sono chiaramente identificabili e mappabili”. I gestori dell'applicazione hanno affermato di escludere dalle rilevazioni le zone indicate come “riservate” dagli utenti. Tradotto: si può decidere di non condividere la propria posizione.
Basta accedere alle impostazioni. Un'opzione che il personale militare non ha ritenuto necessaria. O, peggio, non sapeva esistesse.