I social media sono come le sigarette, l'alcol o lo zucchero: una dipendenza e un rischio per la salute delle persone, e come tale dovrebbe essere trattati dai governi. A dirlo non è un vecchio arnese della 'old economy' ma Marc Benioff, fondatore e amministratore delegato di Salesforce, tra le principali società al mondo per soluzioni di cloud computing e tra le prime billion company degli anni 2000. Oggi ha una capitalizzazione di mercato da 60 miliardi di dollari.
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"Penso che [gli Stati] dovrebbero comportarsi con i social network come fanno con le sigarette: avvertire chi li usa che creano dipendenza e fanno male alla salute", ha detto Benioff alla Cnbc martedì sera. "Sono assolutamente certo che queste tecnologie sono disegnate apposta per rendere gli utenti sempre più dipendenti da esse". Benioff ha quindi chiesto che i governi intervengano per regolamentarne l'uso, anche educando i genitori dei più piccoli a valutare i rischi per la salute che derivano da un utilizzo eccessivo dei social.
Ma i rischi non riguardano soltanto i più giovani. Fake news e radicalizzazione delle posizioni sono già un problema per i social, e la necessità di un intervento delle istituzioni è sostenuto da una platea sempre più ampia di persone, anche insospettabili simboli della Silicon Valley come Benioff. Facebook sembra esserne consapevole e ha già adottato alcune misure per evitare lo stesso destino dell'industria del tabacco.
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L'amministratore delegato Mark Zuckerberg il 12 gennaio scorso aveva annunciato un nuovo algoritmo per evitare che siti di disinformazione abbiano lo stesso spazio dei media tradizionali sulle bacheche degli utenti. Twitter d'altro canto sta cercando un sistema per individuare e avvertire gli utenti che abbiano visualizzato i post a pagamento pubblicizzati da siti di disinformazione e propaganda. Sullo sfondo il rischio di ingerenze straniere sulle campagne elettorali dei Paesi democratici, qualcosa che assilla le istituzioni di tutto il mondo ma difficile da arginare o controllare.
I social media, continua Benioff, "sono uguali a qualsiasi altra industria, come quella dei beni finanziari o del cibo", quindi non è pensabile che i governi non se ne interessino in qualche modo: "qualche regola c'è già, ma credo che in futuro ne vedremo molte di più".
Benioff nella serata di martedì è intervenuto anche a Davos, in Svizzera, sede del World Economic Forum, dove ha ripreso gli stessi argomenti sul clima di sfiducia nei confronti della Silicon Valley. "Non penso che il rapporto [tra Silicon Valley e resto del mondo] sia definitivamente rotto", ha detto, precisando però che crede che ci siano oramai "due mondi distinti" anche in Silicon Valley: "quello degli imprenditori che lavorano sul loro prodotto, quello di imprenditori che lavorano per qualche altro scopo personale". Il numero uno di Saleforce però non ha precisato a chi si riferisse.