Nelle ultime 24 il mondo delle criptovalute ha mostrato segni di debolezza mai emersi in modo così evidente prima. Problemi che hanno coinvolto, nell’ordine, la principale piattaforma di compravendita di Bitcoin al mondo, Coinbase, la Security and Exchange Commission (la Consob americana), il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovkis, e il fondatore della quinta criptovaluta più capitalizzata al mondo, Litecoin, la tweet star Charlie Lee.
Si comincia martedì quando Coinbase, società di San Francisco, ha lanciato nella tarda serata italiana le contrattazioni in Bitcoin Cash, criptomoneta nata lo scorso agosto da una ‘scissione interna’ di Bitcoin (si chiamano Fork), con l’obiettivo di sostituirsi a Bitcoin grazie ad un sistema che rende le transazioni più veloci dei 10 minuti che ci vogliono in media attraverso il protocollo di Bitcoin.
Coinbase alle prese con l'insider trading
Tutto bene, solo che appena sono partite le contrattazioni Bitcoin Cash (Bch) è schizzato da 2,6 a 3,6 mila euro, mentre Bitcoin (Btc) è crollato da 15,5 a 13,5 mila euro. Bitcoin Cash non aveva mai registrato un rialzo così netto dalla sua nascita. E questo ha fatto insospettire molti.
L’ipotesi è che qualcuno abbia fatto circolare la notizia del listing su Coinbase prima che avvenisse. Nel vocabolario finanziario, si chiama insider trading: diffondere informazioni riservate al fine di specularci sopra o fare in modo che qualcuno lo faccia.
Perché è così importante? Coinbase è il servizio più usato al mondo per comprare e vendere criptomonete: vanta circa 13 milioni di utenti e transazioni che superano i 60 miliardi di dollari. La sua forza è soprattutto il servizio, semplice e intuitivo, che permette di acquistare cripto in pochi passaggi. Tra gli investitori di Coinbase ci sono Andreessen Horovitz (Skype, Facebook, Twitter, Airbnb), e Y-Combinator, l’acceleratore di startup più ambito al mondo: da qui sono passati Dropbox, Airbnb, Reddit.
Per crescere ha raccolto 225,3 milioni di dollari. Coinbase è un colosso delle cripto. Coinbase in qualche modo è la versione pop delle cripto, il servizio che ne ha permesso forse più di altri la diffusione alla gente comune.
Coinbase però ha prima negato ogni problema e respinto le accuse di insider trading, poi da deciso di fare un’indagine interna. “Sembra che qualcosa sia andato storto, ma al momento nessuno ha evidenze di comportamenti sbagliati da parte del nostro team”, ha detto Brian Armstrong, manager di Coinbase, a Bloomberg. E poi: “Non esiteremo a licenziare chiunque abbia violato le policy di Coinbase”.
Chiaro che se qualcuno sa in anticipo che sulla principale piattaforma di scambio in cripto arriverà il fratello cattivo Bitcoin, si prepara, compra e il prezzo schizza in vista della possibilità di un mercato enorme alle porte. Esattamente quello che è successo. E l'indagine è in corso, si vedrà.
Il fondatore di Litecoin vende tutti i suoi Litecoin
Proprio nelle ore più convulse di Coinbase, Charlie Lee fondatore di Litecoin, una delle 4 criptovalute presenti sulla piattaforma di scambio, vende tutte le sue criptomonete. Quelle che ha creato. Il motivo a molti è risultato un po’ banale, forse una scusa. Ha scritto Lee su Twitter: "Ogni volta che twitto sul prezzo del Litecoin o anche solo notizie buone o cattive, vengo accusato di farlo a titolo personale. Alcune persone pensano addirittura che io stia scommettendo contro litecoin".
Lui, che è una tweetstar, si è preso quindi le sue responsabilità, e anche una discreta sommetta considerato che ha venduto nel momento in cui la valuta era più apprezzata sull'onda della crescita delle altre (310 euro) e poco prima di un crollo che l’ha portata a 265 euro di queste ore.
La Commissione europea avverte: risparmiatori rischiate i vostri soldi
In questo caos agitatissimo del mondo cripto, ieri si è mossa per la prima volta in maniera netta l’Unione europea: "La Commissione europea sta monitorando gli sviluppi sulle Bitcoin e altre cripto-monete", ha detto il vicepresidente della commissione Dombrovskis.
Gli sviluppi delle ultime settimane indicano che "ci sono chiari rischi per gli investitori e i consumatori associati a volatilità prezzi, incluso il rischio di perdita completa dell'investimento, falle operative e di sicurezza, manipolazioni di mercato”. Dombrovskis alla fine ha anche annunciato di aver chiesto alle varie autorità di aggiornare i loro "avvertimenti" sulle Bitcoin "alla luce degli sviluppi sui mercati".
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Detto in altri termini, il legislatore potrebbe intervenire per normalizzare il far west delle criptovalute. Controllarle, e il sospetto di molti è che arriverà una tassa sul guadagno dalle speculazioni. Ad oggi se si compra Bitcoin a 100 e si rivende a 150, non si paga nulla se non la commissione agli exchange (una ventina di euro).
La Consob americana (Sec) sospende contrattazioni di Crypto Co
Come se non bastasse l’autorità che controlla il mercato dei beni mobiliari americana, la Sec, martedì 19 dicembre ha sospeso le attività di Crypto Co, altra società che scambia valuta digitale, con il sospetto che le sue azioni siano state manipolate dopo una crescita del titolo del 17.000% in meno di tre mesi. Rendendo ricchissimo il suo presidente, James Gilbert, imprenditore seriale con un patrimonio arrivato a 4 miliardi di dollari in 3 mesi. La Sec parla di transazioni “potenzialmente manipolati” e ha aperto un’indagine.
Macron vuole portare Bitcoin al G20
Due giorni fa anche il presidente Francese Emanuel Macron ha deciso di portare Bitcoin al G20, in duplice veste di “difensore dei risparmiatori francesi” ma anche dell’ordine pubblico di Parigi, convinto che quei soldi, e quei rialzi di prezzo, stiano facendo il gioco dei terroristi che, non potendo scambiare soldi altrimenti utilizzerebbero, a suo dire potrebbero utilizzare proprio la criptovaluta. “Bisogna guardarlo, esaminarlo e vedere come, insieme agli altri Paesi del G20, si può regolamentare il bitcoin”, ha detto Macron.
Già, regolamentarlo. Ora, Bitcoin in sé non può essere regolamentato. Già il presidente della Bce Mario Draghi lo aveva spiegato chiaramente lo scorso ottobre. Al massimo potrebbe essere messo fuori legge. Ma è difficile che venga anche pensato qualcosa del genere.
Ma quello che il legislatore potrebbe fare è imporre agli Exchange gli obblighi dei mercati per quanto riguarda trasparenza e conflitto di interessi. Ma si potrebbero tassare i guadagni dalla speculazione monetaria, come qualsiasi asset finanziario. Quello che oggi di fatto Bitcoin è diventato. Non una moneta, ma un asset.
Il 2017 è stato l’anno dell’esplosione di Bitcoin, non c’è dubbio. Ma il suo successo e l'attenzione di cui ha goduto (e i soldi che ha messo in moto) potrebbero essere anche la causa di un 2018 incerto.
@arcangeloro
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