A 11 mesi esatti dal suo insediamento alla Casa Bianca, il presidente Usa Donald Trump porta a casa il suo primo grande successo: la riforma fiscale per la quale i suoi elettori, indifferenti agli scandali, finora presunti, lo hanno votato l'8 novembre del 2016.
Non solo. Anche se la riforma fiscale non lo prevede esplicitamente, di fatto la legge, eliminando le penali per chi - singolo o azienda - non sottoscriverà un'assicurazione sanitaria, manda all'aria l'Affordable Care Act, la riforma sanitaria 'Obamacare', voluta con forza nel 2010 dal predecessore di Trump. Riforma sanitaria che in 7 anni i repubblicani non sono riusciti ad abrogare e che anche quest'anno Trump, con una netta maggioranza al Congresso, in due distinti tentativi non è riuscito a fare abrogare. Ora sulla carta l''Obamacare' resta ma è quasi del tutto svuotata.
Alle imprese i benefici maggiori
Prima con un voto arrivato nella notte americana, la riforma ha superato lo scoglio decisivo del Senato e stasera, dopo lievi modifiche teniche, anche la Camera ha concesso il suo ultimo via libera procedurale. Il testo approda ora sulla scrivania di Trump allo Studio Ovale per la firma. "E' il più grande taglio alle tasse e il provvedimento di riforma della storia", ha 'twittato' subito il presidente Trump.
Il progetto aggiunge 1.460 miliardi di dollari al debito pubblico Usa nei prossimi 10 anni, somma che si ridurrà a 1.000 miliardi tenendo conto della crescita economica innescata per l'effetto del taglio delle tasse. I benefici maggiori - che entreranno in vigore dall'anno fiscale 2018 - li avranno le imprese: la "corporate tax" crolla dal 35% al 21%, un solo punto percentuale in più rispetto a quanto promesso dal presidente. Il prelievo fiscale per i più ricchi scende a sua volta dal 39,6% al 37%.
Le aliquote per i singoli restano sette ma tranne la più bassa e la penultima, che non cambiano, le altre scendono anche se in percentuali e con scaglioni diversi, favorendo chi ha di più: invariata al 10%, l'aliquota per chi guadagna fino 9.525 dollari come singolo, e 19.050 per le coppie; scende l'aliquota, invece, dal 15 al 12% per i redditi da 9.525 a 38.700 dollari per i single e dai 19.050 ai 77.400 per le coppie; cala il prelievo dal 25 al 22% dai 38.700 a 82.500 dollari per i single e dai 77.400 a 165.000 per le coppie; arretrano le tasse dal 28% al 24% per i single da 82.500 a 157.500 dollari di redito e dai 165.000 a 315.000 per le coppie; scendono di poco, dal 33 al 32%, le tasse per i single da 157.500 a 200.000 dollari e per le coppie da 315.000 a 400.000 dollari; invariata al 35% l'aliquota per i single da 200.000 a 500.000 dollari e dai 400.000 a 600.000 per le coppie. Si arriva agli "happy few" beneficiati con una sforbiciata dal 39 al 37% per chi guadagna, da solo, oltre 500.000 dollari e 600.000 se si è in due.
Grandi vantaggi per le multinazionali, specialmente nel settore hi-tech cui verrà applicata una 'una tantum' con un'aliquota di favore per il rientro del tesoro di profitti (stimato in 2.500 miliardi di dollari) generati e parcheggiati all'estero: dall'attuale prelievo tout court del 35% si scende all'8% sugli asset non liquidi e al 15,5% e sui contanti. Solo questo 'scudo fiscale' Made in Usa, dovrebbe far guadagnare al fisco 220 miliardi di dollari.