Me lo impone Facebook. Il 37% dei genitori italiani afferma di avvertire “pressione sociale” per l’acquisto di regali ai propri figli. E spesso pensa che arrivi dai social media: il 44% (contro il 39% della media europea) ritiene che “creino pressione per far consumare più del dovuto”. È uno dei risultati dell’European Consumer Payment Report. L’indagine è stata svolta a settembre 2017 da Lindorff/Intrum Justitia, intervistando in tutta Europa 24.401 persone fra i 18 e 64 anni.
Secondo la ricerca “c'è un nucleo di persone vulnerabili alla pressione sociale che, come conseguenza, può portare all’indebitamento di lungo termine”. Sì, perché alla pressione, spesso, si cede: un genitore su quattro ha preso soldi in prestito o sfiorato il plafond della carta di credito pur di accontentare i figli. Per comprare cosa? Lo smartphone, prima di tutto: lo ha indicato il 36% degli intervistati che hanno ammesso di essersi fatti condizionare dalla pressione sociale. Seguono scarpe (30%), videogiochi (26%) e vestiti di marca (25%).
Gli italiani, tutto sommato, si confermano però un popolo di risparmiatori. In media mettono da parte 133 euro al mese e il 53% potrebbe affrontare senza prendere in prestito denaro una spesa pari alla metà del salario netto mensile (1080 euro). Mutuo escluso, solo il 16% degli italiani si è indebitato per sostenere le proprie spese (per un importo di 2372 euro), principalmente attraverso la banca (42%), i familiari (29%), utilizzando lo scoperto su carta di credito (23%) o le soluzioni peer to peer (15%).
L'anima da risparmiatori emerge anche nel rapporto con l'e-commerce, che si dimostra ancora di diffidenza. Il 47% degli intervistati è convinto che, acquistando online, sia più facile accedere al credito e il 45% afferma di esserne preoccupato, perché pensa siano incoraggiate le spese oltre le proprie possibilità. Eppure, diffidenza o meno, alla fine anche gli italiani si stanno convincendo: nel 2017, tre su cinque hanno spostato una porzione maggiore del proprio budget sull'e-commerce.