Sergio Marchionne ha raggiunto i risultati previsti e il premio per l’amministratore delegato di FCA è un bonus di azioni del gruppo di 2,8 milioni. Ovvero 42 milioni di euro secondo i valori attuali di Borsa. Il premio è connesso al piano di incentivazione a lungo termine legato al piano 2014-2018. Secondo un filing di Fca reso noto dall'Amf, l'autorità di Borsa olandese, le azioni sono state assegnate lo scorso 27 ottobre e da allora Marchionne, spiega Repubblica, ha già rivenduto circa 1 milione di titoli a fini fiscali. Attualmente, riporta Il Sole 24 Ore, Marchionne ha in portafoglio 16,415 milioni di titoli FCA e se si continueranno a raggiungere gli obiettivi fissati dal piano 2014-2018, riceverà nel 2018 e nel 2019 altre due tranche di azioni rispettivamente da 2,7 e 2,8 milioni di titolo.
Una novità? Non proprio. “Il premio in azioni incassato oggi da Marchionne era già previsto nel bilancio. Infatti il piano di incentivazione prevedeva che i manager del gruppo, non solo Marchionne, cominciassero a incassare i premi a partire dal terzo anno e in base agli obiettivi fissati in precedenza”.
Il nodo americano
Per Marchionne il presente, però, sottolinea Lettera43, non è così semplice. L’ad di FCA e presidente di Ferrari, deve far fronte a una serie di imprevisti sempre maggiori in America, che - per motivi politici prima che commerciali - resta il principale mercato di Fca. “La piccola casa di Detroit è entrata pesantemente in quella che i media americani hanno ribattezzato il 'Uaw-gate'0, dal nome del sindacato automobilistico statunitense. Una storiaccia di tangenti che secondo le autorità giudiziarie di Detroit e l’Fbi servirebbe alle tre grandi case automobilistiche (General Motors, Ford e Fca) per ammansire i rappresentanti delle tute blu, alle quali - va detto - la crisi ha spuntato gli artigli. La più piccola delle case è stata coinvolta quando si è scoperto che un suo ex dirigente Alphons Iacobelli avrebbe partecipato con suoi colleghi di Gm e Ford alla creazione di un sistema parallelo di formazione, per drenare ai vertici della Uaw circa 4,5 milioni di dollari. A quanto si è saputo Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat Chrysler, si sarebbe presentato spontaneamente davanti agli inquirenti un anno fa per respingere le accuse di un coinvolgimento diretto di Fca. Il Ceo, che non è indagato, avrebbe fatto presente che Iacobelli sarebbe stato allontanato non appena ad Auburn Hills si sono accorti che la sua condotta presentava non poche pecche.
L’Alfa Romeo che brilla
Accanto a quest’inchiesta che al momento sfiora soltanto l’azienda, Fca deve affrontare in America nodi molto più grandi. Innanzitutto sul versante delle immatricolazioni. A ottobre i dati sono stati negativi per il Lingotto negli Usa, con le vendite crollate del 13,2% (-8,4% da gennaio). Alfa Romeo è l’unico marchio in positivo, ma le Giulia e le Stelvio immatricolate in più quel mese sono soltanto 1.205. Male invece le "locomotive" Jeep (-2,5% a ottobre) e Ram (-3,3%, ma +3,7% da gennaio) oltre che Maserati: -12,6% che però ha segnato un +17,6% dall'inizio del 2017.
Gli altri ad premiati
Marchionne non è certo il primo ad aver ottenuto un superbonus per i risultati raggiunti. Come ricostruito alcuni mesi fa da Repubblica ad esempio, l'ad di Intesa Sanpaolo Carlo Messina potrà contare - se raggiungerà i risultati prefissati - su un bonus quadriennale massimo di 1,4 milioni, pagabile in azioni e disponibile solo nel 2019. Per il numero uno di Unicredit Jean Pierre Mustier il bonus fissato è di 521mila azioni, pari a 7,8 milioni di euro ai valori di maggio, ma incassabili solo a partire dal 2024. L'ad di Generali Philippe Donnet incasserà invece a fine piano, nell'ipotesi migliore, 5,7 milioni di euro, un po' in contanti e un po' in azioni, ma nel frattempo se ottiene il punteggio pieno potrà contare anche su un bonus annuale pari a 1,4 milioni