Le startup tornano in tv. E questa volta sembrano aver imparato (nel bene e nel male) la lezione di 'Shark Tank', lo show andato in onda nel 2015 che selezionava idee e proponeva loro investimenti dopo un'analisi in diretta. Il nuovo progetto si chiama 'B Heroes' ed è nato da un'idea di Fabio Cannavale, amministratore delegato di Lastminute.com, investitore seriale ed ex giudice di Shark Tank. Questa volta però, sottolinea Cannavale, "Non è un format televisivo ma un evento reale di cui la tv è testimone".
"Sarà un programma di formazione peer to peer"
Andrà in onda su Nove e porterà sullo schermo "Un programma di formazione imprenditoriale peer to peer". Cioè tra pari: saranno gli imprenditori a sostenere e selezionare le startup. Alla fine ne vincerà solo una, cui andrà un investimento (non un premio) da 500mila euro. L'idea matura all'inizio dell'anno. Cannavale ha iniziato a pensare a una formula che sostenesse le startup italiane coinvolgendo imprese e imprenditori nuovi ma già maturi. Perchè, afferma:
"la differenza tra la situazione italiana e quella di altri paesi non è nel numero di imprese che nascono, ma nella capacità del mondo imprenditoriale di collaborare".
Arrivano le collaborazioni con Intesa Sanpaolo e Discovery Italia. E arrivano anche le adesioni degli imprenditori. A oggi sono piu' di 40, tra i quali alcuni dei nomi piu' noti dell'ecosistema italiano:
- Davide Dattoli (fondatore di Talent Garden),
- Paolo Ainio (presidente di e-Price),
- Andrea Pezzi (ceo di Gagoo),
- Riccardo Donadon (fondatore di H-Farm).
E ci sarà anche Diego Piacentini, ex vicepresidente di Amazon e oggi commissario straordinario del governo per l'attuazione dell'Agenda digitale.
B Heroes sarà un acceleratore di impresa
'B Heroes' è un acceleratore. Raccoglierà le startup selezionate in un unico luogo fisico (base Milano, dove ha sede Cariplo Factory) e il loro percorso verrà seguito dalle telecamere. Poi serve sempre una formula che renda il racconto interessante anche per i non addetti ai lavori. "Se fai una cosa noiosa, non la guarda nessuno", dice Cannavale. Che descrive il progetto come "una via di mezzo tra un documentario e una gara.
Ci sarà un misto tra parti pre-registrate nelle sedi delle startup, che riguardano la loro storia, e parti girate in studio, con prove e domande". Per vincere, i giovani imprenditori dovranno convincere i giudici. "Stiamo ancora ragionando sul loro numero - afferma il fondatore di Lastminute.com - saranno tra 3 e 5, ma terranno conto del parere degli altri imprenditori".
Una via di mezzo tra un documentario e una gara
La prima fase della selezione è in corso. Sono già arrivate circa 400 richieste di partecipazione. La prima netta scrematura le porterà a 30. Saranno dunque 30 i concorrenti veri e propri, protagonisti del primo evento in programma l'11 gennaio. Lungo le cinque puntate previste, si passerà prima a 12 e poi a 4 startup. è su queste ultime che si concentrerà l'acceleratore: "Dedicheremo loro tempo e risorse per vedere come reagiscono". L'11 maggio la finale: B Heroes proclamerà la vincitrice nel corso di un evento all'interno di Sharing Italy, appuntamento promosso da Intesa Sanpaolo. Oltre ai giudici, l'ultima parola spetta al pubblico (qualificato). Niente televoto: si esprimeranno i presenti in sala, cioè una platea fatta di imprenditori.
"Shark Tank? Un format finto"
La formula è molto diversa rispetto a quella sorta di X Factor delle startup che è stato Shark Tank. "Quello sì che era un format finto", spiega Cannavale. "Noi giudici vedevamo le startup e dovevamo decidere se investire in mezz'ora, senza due diligence". Poi, spente le telecamere, i potenziali investitori esaminavano progetti e bilanci piu' a fondo. E spesso emergevano le magagne. Risultato: sui 25 sì detti a obiettivi accesi, solo 3 si sono trasformati in un vero investimento. "Shark Tank era fatto apposta per la televisione. Con B Heroes invece ribaltiamo tutto: analizziamo le imprese, siamo sicuri di quelle che selezioniamo e alla fine diamo in mano al vincitore un assegno da 500mila euro".
"La televisione ha ancora un impatto molto forte"
Ma Shark Tank non è stata un'esperienza tutta da buttare. "Lo dico da imprenditore digitale - spiega Cannavale - ho capito che la televisione ha ancora un impatto molto forte. Ed è il motivo per cui abbiamo scelto di collaborare con Discovery". I puristi storceranno il naso, ma l'altro grande obiettivo del progetto (oltre a sostenere le startup) è uscire dalla cerchia (ristretta) degli addetti ai lavori. "Negli Stati Uniti o in Inghilterra, quando si parla di startup le persone immaginano una cosa figa, con la quale fare soldi. In Italia è invece un'azienda piccola e in perdita. C'è un problema di comunicazione. Vogliamo che B Heroes ispiri i giovani e faccia capire che l'innovazione arriva piu' dalle startup che dai centri di sviluppo delle grandi aziende".
B Heroes è un'emanazione di lmfoundation, la non profit che fa capo a Lastminute.com. Anche se non ci sono scopi di lucro (gli eventuali profitti saranno reinvestiti in favore di altre startup) è stata comunque scelta la strada dell'investimento perchè, spiega Cannavale "il grant (un premio del quale non dover dare conto a un socio, ndr.) è diseducativo". Serviva però una società che raccogliesse materialmente le risorse: a farlo è Boost Heroes, una holding figlia di Shark Bites, il fondo creato proprio dagli ex giudici del programma di Italia Uno. Adesso ha cambiato nome "per dare un segnale di discontinuità". è guidato da Cannavale e Loris Lanzellotti, ha circa 50 soci e 43 partecipazioni (anche in Satispay, Talent Garden e Soundreef). B Heroes non vincola gli investimenti al solo vincitore. I 500mila euro sono "un investimento minimo garantito". Ma la speranza è che la contaminazione tra imprese e startup vada oltre le telecamere.