Arriva il domicilio digitale, l'indirizzo elettronico su cui ogni cittadino potrà ricevere ogni tipo di notifica e comunicazione, comprese le multe. Una nuova piccola rivoluzione prevista dal decreto correttivo del Codice dell'amministrazione digitale introdotto dalla riforma Madia e che ha ottenuto il primo ok dal Consiglio dei ministri. Un'accelerazione rispetto ai tempi previsti dalla riforma: in attesa che diventi operativa l'Anagrafe della popolazione residente, ancora in fase di sviluppo, parte il domicilio digitale, che potrà coincidere con un indirizzo di posta elettronica certificata o con qualsiasi servizio elettronico di recapito conforme alle norme europee che il cittadino vorrà scegliere. Sarà immediatamente strumento di comunicazione tra le pubbliche amministrazioni, le imprese e i cittadini che lo vorranno attivare subito. E sarà valido per ricevere qualsiasi tipo di documento e di notifica, dalle raccomandate alle multe.
Per questo, oltre ai registri degli indirizzi delle imprese e delle amministrazioni pubbliche già esistenti (Ini-pec e Indicepa) viene creato l'elenco dei domicili digitali delle persone fisiche e dei soggetti privati in formato aperto e liberamente consultabile.
Le tre fasi del progetto
La raccolta dei domicili digitali avverrà attraverso tre canali: portale web dedicato, che permette la comunicazione del domicilio tramite autenticazione via Spid o Cns, trasferimento nel registro suddetto della Pec presente su Ini-Pec e dichiarazione del domicilio nell'ambito di specifiche sezioni dei portali nazionali di servizio dedicati al cittadino (tramite soluzioni di autenticazione federata via Spid o Cns).
Il sistema partirà entro l'anno e sarà disponibile in due fasi. La prima, entro dicembre, prevede la realizzazione, oltre all'infrastruttura della base dati, del portale con i servizi di comunicazione via Spid e Cns e di consultazione. La seconda fase, indicativamente entro marzo 2018, prevede la realizzazione dei servizi evoluti di consultazione per le pubbliche amministrazioni, i gestori dei servizi pubblici e gli operatori economici interessati. Si entrerà a regime nel 2019. Per le attività di manutenzione ed erogazione del servizio si prevede una spesa di circa 200.000 euro per il 2018 e il 2019. L'attivazione del domicilio digitale consentirà di azzerare le spese postali per chi possiede la Pec o l'identità digitale con un risparmio di almeno 250 milioni l'anno per gli enti locali. Con il nuovo servizio, infatti, le P.a. non dovranno più sostenere i costi per produrre, conservare, trasmettere documenti cartacei, nè altri costi diretti (carta, toner, buste, etc.) e indiretti (costo del lavoro, tempo per attività manuali, tempo impiegato dal destinatario in caso di assenza per recuperare una raccomandata, etc.).
Il difensore civico digitale
Arriva anche il difensore civico unico per il digitale. Sarà istituto presso l'Agenzia per l'Italia Digitale un 'garante' unico a livello nazionale, al posto di uno per ciascuna pubblica amministrazione come era inizialmente previsto. Il difensore dovrà possedere "adeguati requisiti di terzietà, autonomia e imparzialità" e chiunque potrà presentare online segnalazioni relative a presunte violazioni del Codice dell'amministrazione digitale, o di ogni altra norma in materia di digitalizzazione e innovazione. A seguito della segnalazione, il difensore civico per il digitale, qualora la ritenga fondata, inviterà il soggetto responsabile a rimediare tempestivamente (e comunque non oltre trenta giorni). Il difensore, inoltre, segnalerà le inadempienze all'ufficio competente per i procedimenti disciplinari.
L'accentramento dell'Ufficio del difensore consentirà una più efficiente ed efficace raccolta e gestione delle istanze dei cittadini e fornirà un punto terzo di orientamento nella corretta applicazione delle disposizioni tecniche del Codice. Le singole Amministrazioni risparmieranno i costi delle applicazioni telematiche, della predisposizione dei modelli, dell'instaurazione di un iter istruttorio. Per le amministrazioni maggiormente interessate (tra le 10 e le 30), in base al numero dei servizi erogati e dei cittadini interessati, si può stimare un costo di impianto di 30-40.000 euro per ciascuna amministrazione.
Multe più severe per chi non si adegua
L'Agenzia per il digitale potrà disporre sanzioni per importi da un minimo di 40.000 a un massimo di 400.000 euro. Il codice dell'amministrazione digitale si estenderà anche ai gestori di pubblici servizi, alle autorità amministrative indipendenti di garanzia, vigilanza e regolazione e alle autorità di sistema portuale. Novità in arrivo anche in tema di riordino delle autorità portuali e dell'accorpamento del Corpo della forestale nell'Arma dei Carabinieri e nelle altre forze di polizia. Il Consiglio dei ministri ha approvato infatti, in via preliminare, un pacchetto di decreti correttivi della riforma Madia. Dopo il primo ok del Cdm i Dlgs passeranno all'esame delle commissioni parlamentari competenti, per poi tornare a Palazzo Chigi per l'approvazione definitiva.