Migliaia di esuberi all'orizzonte per le acciaierie Ilva. I commissari del gruppo in amministrazione straordinaria hanno illustrato ai sindacati, alla presenza del ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, i piani delle due joint venture che hanno presentato offerte per acquisire il gruppo siderurgico. La cordata per cui Piero Gnudi, Enrico Laghi e Corrado Carruba hanno espresso la preferenza, AmInvestco (Marcegaglia e ArcelorMittal con Intesa San Paolo), prevede di ridurre l'organico dalle 14.200 unità attuali a 9.400 nel 2018, per poi scendere a 8.480 dal 2021 fino al 2024. Significa 4.800 posti in meno il primo anno e 5.720 a regime. L'altra proposta presentata da AcciaItalia (Arvedi, Jindal, Del Vecchio e Cdp) parte con un taglio di quasi 6.400 unità per poi aumentare i dipendenti fino a oltre 10mila nel 2024. Il piano di esuberi è calcolato su un costo medio annuo del lavoro ad addetto rispettivamente di 50mila euro lordi e di 45mila. Quindi, secondo i sindacati, le differenze tra le due proposte sono poche e in ogni caso entrambe da respingere.
L'ira dei sindacati
Per la Cgil e la Fiom la previsione di una riduzione dell'occupazione di circa 5-6.000 lavoratori in tutto il gruppo è "inaccettabile". La Uilm ritiene l'ipotesi di esuberi "improponibile". La Cisl e la Fim giudicano il prezzo occupazionale da pagare "insostenibile". Sul piede di guerra l'Ugl e "pronta alla lotta" l'Usb. Mercoledì mattina a Taranto è previsto il consiglio di fabbrica e già si preannunciano iniziative di protesta e di mobilitazione; a Genova, dove appare a rischio l'Accordo di programma, la Fiom paventa uno sciopero a tutela del reddito e dell'occupazione. Un nuovo incontro si terrà al ministero dello Sviluppo economico giovedì prossimo alle ore 10.
Giovedì il nuovo tavolo
"Il confronto prosegue per approfondire meglio la parte riguardante gli investimenti - spiega la Cisl - ma soprattutto capire anche con il nuovo soggetto proprietario come riuscire ad avere un impatto occupazionale più sostenibile. Quindi giovedì il confronto proseguirà e, successivamente, sarà il governo che dovrà decidere sull'aggiudicazione". "Vogliamo esprimere una nostra valutazione più complessiva prima che il governo decida a chi aggiudicare la gara", sostiene la Fiom che chiede al governo di svolgere fino in fondo il suo compito, senza scaricare responsabilità su lavoratori e sindacati. Pronti a schierarsi contro gli esuberi e a opporsi "con tutte le forze" al piano Si, Mdp e Prc, secondo cui non possono essere gli operai a pagare il prezzo della crisi del gruppo siderurgico un tempo gestito della famiglia Riva.