Il pressing su Bruxelles del ministro dei Trasporti Graziano Delrio è fallito e la procedura d'infrazione contro l'Italia è stata avviata: Fca dovrà chiarire entro due mesi se ha installato sulle sue vetture diesel Fiat 500X dei software che consentono di denunciare, in fase di omologazione, livelli di emissioni inquinanti inferiori a quelli effettivi. Ovvero i famosi 'defeat device' che hanno trascinato nella polvere Volkswagen, costretta a sborsare miliardi di dollari per chiudere le cause aperte negli Stati Uniti e toccata a sua volta, lo scorso dicembre, da un'altra procedura di infrazione.
Con la "lettera di messa in mora", primo passaggio della procedura, la Commissione chiede che l'Italia risponda entro due mesi "alle preoccupazioni europee sull'adozione di misure insufficienti per quanto riguarda le strategie di controllo delle emissioni usate dal gruppo Fca". In base alle norme Ue, spetta alle autorità nazionali verificare che un'auto soddisfi tutte le regole prima che possa essere venduta nel mercato unico. Se un costruttore di auto viola gli obblighi, "le autorità nazionali devono adottare misure correttive, come ordinare un richiamo, e applicare sanzioni effettive, proporzionate e dissuasive". A tirare in ballo la Commissione era stato il ministero dei Trasporti tedesco che, lo scorso settembre, aveva chiesto a Bruxelles di intervenire nel contenzioso apertosi con l'Italia sulle emissioni di ossidi di azoto prodotte dalla 500X, giudicate eccessive dai loro tecnici.
La delusione del ministro
"Che la mossa di Bruxelles fosse nell'aria era emerso nelle ultime ore e Delrio aveva scritto e telefonato alla Commissaria Ue per il mercato interno Elzbieta Bienkowska, sottolineando 'che non si condividono i presupposti su cui è stata proposta alla Commissione di avviare una procedura di infrazione al Governo italiano per Fca' - ricostruisce La Repubblica - il ministro nel suo carteggio aveva aggiunto: 'Mi è spiaciuto apprendere che nonostante tutte le informazioni dettagliate fornite alla Commissione e alla Germania, intendiate aprire la procedura d'infrazione. Ciò è particolarmente deludente'." A Bruxelles, spiega il Sole 24 Ore, "si tende a pensare che le autorità italiane siano state restie a trasmettere le informazioni richieste, salvaguardando nei fatti Fca".
Non è stata quindi accolta la richiesta di concedere più tempo a Roma per fornire altri documenti. "Contrariamente a quanto dichiarato dai vostri uffici, le autorità italiane hanno escluso fin dall'inizio la presenza di dispositivi illegali sui modelli Fiat sia nelle versioni originali sia in quelli ricalibrati", aveva affermato ancora Delrio, "durante il processo di mediazione abbiamo sottolineato che Fca ha avviato volontariamente una campagna di ricalibratura a febbraio 2016 per migliorare le performance delle emissioni, ben prima che la Germania ci informasse dei risultati emersi dai loro test".