Niente aumento dell'Iva e manca all'appello anche anche la riduzione dell'Irpef, ma avanti con il calo delle tasse puntando sul taglio del cuneo fiscale. E' la strada indicata dal governo nel Documento di economia e finanza, approvato in Consiglio dei ministri che ha dato il via libera anche al Programma nazionale di riforma e alla "manovrina" da 3,4 miliardi per la correzione del bilancio pubblico, un supplemento straordinario chiesto da Bruxelles, per non rischiare di incorrere in procedure d'infrazione legate all'eccesso di deficit.
Il Documento di economia e finanza
Il Def è il Documento di Economia e Finanza, che ha lo scopo di indicare quale sarà l’azione del governo sul piano economico del Paese.
Il Def si articola in tre sezioni:
- Il programma di stabilità per l’Italia che è curato dal dipartimento del Tesoro
- L'analisi della finanza pubblica, una relazione redatta dalla Ragioneria Generale dello Stato
- Il programma Nazionale di Riforma un documento concordato tra il Dipartimento del Tesoro e il Dipartimento delle Politiche europee
In cerca di 10 miliardi per rispettare gli impegni con l'Ue
Si profila una nuova correzione dei conti nel 2018 pari allo 0,6% del Pil, circa 10 miliardi, per rispettare gli impegni assunti con l'Europa per il raggiungimento di un deficit programmatico all'1,2% se non si otterranno ulteriori margini di flessibilità. Il governo conferma l'impegno a "trovare spazi per operare misure espansive e di riduzione della pressione fiscale in continuità con le misure introdotte negli anni precedenti" ma non fa alcun riferimento al taglio delle aliquote Irpef, un caposaldo del programma del governo Renzi da conseguire entro la fine legislatura. L'obiettivo è dare continuità alla riduzione del carico fiscale su cittadini e imprese, avviata con Irap e Ires e proseguire con il taglio dei contributi sociali, iniziando dalle fasce più deboli (giovani e donne)".
Gli indicatori di benessere equo e sostenibile
Elemento di novità nel Def 2017 è l’inclusione, in via sperimentale, di quattro indicatori di benessere equo e sostenibile “come parte integrante della strategia economica, che nel futuro rappresenteranno misuratori del come questi obiettivi vengono ottenuti dal governo”.
- reddito medio disponibile
- indice di diseguaglianza
- tasso di mancata partecipazione al lavoro
- parametri relativi alle emissioni di CO2 e di altri gas clima alteranti
- Il piano nazionale di riforma
Il Programma nazionale di riforma
Il Pnr segna la strada delle riforme da mettere in campo fino alla fine della legislatura. Previste misure per la concorrenza e la semplificazione della giustizia civile, oltre al completamento del Jobs act con meno tasse per il secondo livello di contrattazione. Tra gli impegni indicati anche quello per la lotta alla povertà, le risorse stanziate ammontano complessivamente a circa 1,2 miliardi per il 2017 e 1,7 per il 2018.
Tre gli ambiti di intervento indicati:
- il varo del reddito di inclusione, misura universale di sostegno economico ai nuclei in condizione di povertà che prenderà il posto del sostegno per l'inclusione attiva, con un progressivo ampliamento della platea di beneficiari (già nel 2017 oltre 400 mila nuclei familiari, per un totale di 1 milione e 770 mila persone), con una ridefinizione del beneficio economico condizionato alla partecipazione a progetti di inclusione sociale e un rafforzamento dei servizi di accompagnamento verso l'autonomia;
- il riordino delle prestazioni assistenziali finalizzate al contrasto della povertà (carta acquisti per minori e l'assegno di disoccupazione Asdi);
- il rafforzamento e coordinamento degli interventi in materia di servizi sociali.
Riforme su lavoro e pubblica amministrazione
Corposo il pacchetto di riforme che tocca lavoro, pubblica amministrazione, concorrenza, istruzione e giustizia. Nel Piano nazionale delle riforme viene inoltre citato tra i prossimi passi l'aggiornamento del patrimonio informativo catastale al fine di consentire una valutazione più equa degli immobili ma senza un aumento delle tasse.
L'obiettivo è ridurre il costo del lavoro
Si punta, in particolare, a ridurre ulteriormente la pressione fiscale sui fattori produttivi e in questa ottica, si legge nel Programma nazionale di riforma che accompagna il Def, "sarà cruciale il taglio del cuneo fiscale per ridurre il costo del lavoro e aumentare parallelamente il reddito disponibile dei lavoratori". Un intervento sollecitato anche dall'Ocse che ha segnalato come in Italia il prelievo sul lavoro sia superiore di 12 punti alla media dei paesi dell'area. La misura potrebbe arrivare con la prossima legge di stabilità che dovrà reperire anche 10 miliardi di risorse per rispettare gli impegni presi con l'Europa sul piano del risanamento dei conti e ridurre il deficit programmatico nel 2018 all'1,2 (dal 2,1% di quest'anno) a meno che la trattativa con Bruxelles non consenta di strappare ulteriori margini di flessibilita' e alzare l'asticella fino all'1,8-2% in autunno.
Il "pacchetto aggiuntivo"
Il Cdm ha approvato il 'pacchetto aggiuntivo' un decreto con 4 capitoli:
- la correzione dei conti dello 0,2%,
- le misure a favore degli enti locali,
- misure per il terremoto,
- altre misure per la crescita,
- un piano di investimenti al 2032 di 47,5 miliardi di euro
L’insieme di queste misure "è la migliore risposta a chi volesse presentare questa operazione come depressiva", è "una operazione che prosegue il percorso di risanamento e di rilancio", ha detto Gentiloni. Il pacchetto aggiuntivo sarà da definirsi nei prossimi mesi anche sulla scorta della riforma delle procedure di formazione del bilancio che faciliterà la revisione della spesa. E a contribuire sarà un nuovo round di spending review con tagli ai ministeri che dal 2018 saranno almeno di un miliardo e saranno oggetto di un Dpcm.
Il Def 2017 è stato trasmesso alla Camere, che dovranno approvarlo. Entro il 30 aprile, inoltre, ci sarà un ulteriore passaggio: l’invio al Consiglio dell’Unione Europa e alla Commissione.
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