Trump impone dazi sull'importanzione negli Usa della Vespa e la Piaggio studia le contromosse. Intervistato dal Corriere della Sera, il numero uno della società italiana produttrice del mitico scooter, Roberto Colaninno, commenta la decisione dell'amministrazione Usa: "Le guerre commerciali e valutarie non fanno bene a nessuno", dice il 73enne imprenditore che poi, commenta la minaccia Usa di imporre forti dazi su diversi prodotti di punta europei, fra cui la Vespa.
"Non possiamo fare la guerra all'America", dice Colaninno al Corriere della Sera. "Comunque non sono sicuro che saremo toccati. Piaggio produce le Vespe anche in Vietnam. E non è ancora chiaro se questi nuovi dazi colpiranno il marchio e i codici che identificano i prodotti o il Paese che li produce. Perche' se fosse una misura contro il Paese, noi potremmo aggirarla facilmente vendendo in America le Vespe prodotte in Vietnam".
Impatto dazi Usa su 2% del fatturato di Piaggio
L'eventuale introduzione da parte degli Usa di dazi punitivi nei confronti dell'Ue avrebbe conseguenze limitate per la Piaggio. Fonti dell'azienda di Pontedera spiegano all'Agi che l'impatto sarebbe contenuto ad appena il 2% del fatturato complessivo. La Piaggio nell'intero continente americano esporta in tutto circa 14.000 veicoli, pari al 5% del fatturato: se si escludono i veicoli esportati in Sud America e le moto di grande cilindrata, che non rientrano nell'ipotizzato provvedimento restrittivo di Trump, il numero si riduce a circa 5.000 che rappresenta appunto il 2% del fatturato.
Gli scooter Piaggio maggiormente esportati negli Stati Uniti sono:
- La Vespa
- L'Mp3
La società in America ha due sedi, una a New York e l'altra a Pasadena, e non possiede una rete commerciale propria. Per la vendita dei suoi mezzi si affida a dealer e importatori locali.
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Farinetti: questa battaglia ci farà male ma sulla carne ha ragione Trump
Intervistato da Repubblica, il patron di Eataly, Oscar Farinetti, commenta con enfasi la decisione di Trump: "La guerra dei dazi farebbe più vittime di una terza guerra mondiale. Per l'Italia sarebbe un disastro". L'azienda di Farinetti realizza più della metà del suo fatturato nei negozi Usa. Secondo Farinetti sulla questione della carne "duole dirlo, ma ha ragione Trump, è l'Europa che è in difetto perché tempo fa si era impegnata con un accordo commerciale a importare 45mila tonnellate di carne americana". Il problema, che sottolinea Farinetti, è che gli Usa si erano impegnati"a priodurre carne senza ormoni in fattorie dedicate", poi però, "quella carne non è stata acquistata dall'Europa". Una ritorsione, in partica, per un indotto insignificante, aggiunge Farinetti, "lo 0,6% del consumo europeo". Per uscire dall'impasse, a giudizio del patron di Eataly, "sarebbe necessario che i diplomatici italiani del ministero degli esteri chiedessero a Bruxelles di rispettare gli impegni presi. Nell'interesse del nostro Paese", aggiunge, perché la questione interessa poco ai Paesi del Nord Europa".
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