Wilmar International, un'azienda agroalimentare con sede a Singapore, sta creando forti incertezze sui mercati globali delle materie prime, facendo incetta di zucchero. Lo rivela il Wall Street Journal, secondo il quale la scorsa settimana il gruppo asiatico ha acquistato oltre 500 milioni di dollari di future sullo zucchero all'Ice, uno dei principali operatori mondiali per la negoziazione dei contratti a termine sul petrolio e le materie prime.
Solo nel 2016 la società asiatica si è accaparrata l'8% della produzione globale di zucchero e in due anni ha acquistato circa 2,3 miliardi di dollari di future sullo zucchero. In pratica, dal 2015 a oggi, ha comprato 6 milioni di tonnellate di zucchero, una quantità assolutamente inusuale, in grado di riempire all'incirca 3.000 piscine olimpioniche.
Queste megacontrattazioni sul mercato dei future hanno mandato sull'ottovolante il prezzo dello zucchero, una commodity che non ha mai avuto dei trader particolarmente forti ma è sempre stata commercializzata in modo frammentato sui mercati da operatori di piccole dimensioni. Il caso di Wilmar ha dunque sorpreso i mercati e reso molto volatile il prezzo. Wilmar ha iniziato a comprare in modo massiccio i future sullo zucchero a partire dal 2015, quando erano ai minimi record, gli acquisti hanno spinto al rialzo i prezzi, che nel 2016 sono praticamente raddoppiati. A questo punto la società ha venduto le scorte in eccesso, rispedendo il prezzo dello zucchero in discesa del 24%.
Come funziona il mercato dei 'future'
Le consegne di zucchero avvengono a circa due mesi e mezzo dalla firma dei contratti, quando Wilmar ha l'opzione di acquistare o vendere i future, ovviamente condizionando i mercati globali che a guardano alle sue mosse per decidere cosa fare. L'acquisto di future è conveniente quando la domanda è alta, cioè se c'è stato maltempo e i raccolti sono stati scarsi, oppure se ci sono problemi per lo scarico delle navi nei porti. Se invece il prezzo è in ribasso, conviene vendere, naturalmente con margini di profitto minori o inesistenti.
Wilmar, di proprietà del miliardario malese Robert Kuok e dell'azienda Usa Archer Daniels Midland, è una delle aziende leader nella produzione di olio di palma e rappresenta una new entry per lo zucchero. Nel 2010 ha fatto il suo ingresso in questo settore acquistando l'australiana Csr per 1,5 miliardi di dollari e poi, grazie alla sua potenza di fuoco, si è allargata alleandosi con alcuni grandi produttori in Indonesia, Marocco, India e Brasile. Attualmente controlla direttamente un gran numero di piantagioni e raffinerie, soprattutto in Asia, opera come 'market mover' sul mercato dei future e rifornisce un gran numero di impianti di raffinazione nel mondo. È probabilmente il maggior trader mondiale di questa commodity, che per due terzi è consumata nei paesi di produzione e per un terzo è comercializzata internazionalmente. Il suo obiettivo è controllare una materia prima, lo zucchero appunto, che è essenziale non solo per l'alimentazione ma anche per la produzione di etanolo, o alcol etilico, utilizzato in cosmetica, per la produzione di liquori e come combustibile.