di Giorgia Ariosto
Roma - Rimane in stand-by la stretta sugli affitti Airbnb. L'applicazione della tassazione con la cedolare secca al 21% proposta dalle opposizioni e da parte della maggioranza agli affitti di breve periodo è stata accantonata. Il governo ha tentato di stoppare la misura, dopo un prima via libera dalla commissione Finanze, ma ha ottenuto solo un rinvio della discussione.
Cosa prevede la proposta
- Obbligatorietà della cedolare secca al 21% per chi affitta anche per brevi periodi
- Airbnb (o gli altri portarli per affitti di breve periodo) diventano sostituti di imposta e verserebbero le tasse per conto di chi affitta
- Creazione di un registro degli affittuari con le informazioni sugli immobili
Perché viene contestata
- Già oggi chi affitta per brevi periodi a uso turistico può usare la cedolare secca al 21%, quindi non ha senso rendere la cosa obbligatoria
- Una web company non può agire da sostituto d'imposta
- L'istituzione di un registro è un aggravio burocratico anche per chi affitta per pochi giorni l'anno
- Si crea in un poderoso incentivo al nero.
Per contrastare il nero e l'evasione fiscale è stato proposto negli emendamenti di obbligare l'intermediario - in questo caso, ad esempio, Airbnb, ma la norma varrebbe anche per Home Away, Homelidays e altri portali per l'affitto temporaneo - a versare l'imposta in nome e per conto di chi usufruisce affitta. E' prevista anche l'istituzione di un Registro unico nazionale delle attività extralberghiere non imprenditoriali: un elenco delle persone che affittano casa ai turisti e le informazioni relativi agli immobili.
Secondo una stima di Federalberghi riportata da Huffington Post Italia la community ha raccolto introiti pari a 2,4 miliardi di euro nel 2014, con un'evasione fiscale superiore a 110 milioni a cui vanno aggiunti 57 milioni di tasse di soggiorno non versate. Una considerazione che nasce dal fatto che sul portale ci sono molti più annunci rispetto alle strutture censite dall'Istat per lo svolgimento delle attività ricettive extralberghiere. Nel 2015 il sito Airbnb Italia è stato utilizzato da 3,6 milioni di persone per viaggiare in Italia. Dopo Stati Uniti e Francia, l'Italia è il terzo Paese al mondo per offerta di abitazioni. Un gigante, anche in Italia, che nel 2015 ha versato al fisco italiano 45.775 euro di imposte sugli utili. Tutto grazie a un sistema che sposta in Irlanda, dove la tassazione sugli utili societari è molto più bassa rispetto a quella applicata in Italia. Vanno a finire lì parte dei ricavi che Airbnb incassa tramite il sistema degli affitti: oltre alla commissione del 3%, prelevata dai proprietari, si aggiunge una quota, compresa tra il 6 e il 12%, che arriva dagli ospiti.
Il primo stop era arrivato proprio dal premier, Matteo Renzi, che aveva respinto la misura sostenendo che la manovra non conterrà alcun aumento di tasse. La norma, che è stata oggetto di diversi emendamenti, alcuni ritirati, aveva ricevuto il disco verde del governo in commissione Finanze, ma al momento del voto in Commissione Bilancio, il viceministro dell'Economia, Enrico Morando, ha espresso orientamento negativo sottolineando che "non accettare questa proposta emendativa non significa affermare che non esiste legislazione vigente sulla tassazione di questi redditi da attività di affitto".
Secondo il relatore, Mauro Guerra, la misura potrà essere oggetto di approfondimenti non solo nella legge di bilancio ma anche in una fase successiva. Pertanto l'emendamento è stato accantonato. A chiedere l'accantonamento sono state le opposizioni ma si è espresso a favore anche Bruno Tabacci di Centro democratico. Il presidente della Commissione Bilancio, Francesco Boccia, ha invece richiamato l'attenzione, al di là degli aspetti fiscali, sugli aspetti della sicurezza collegati a questo mercato.
Nessuna nuova tassa, ha protestato Boccia: "Sulla cosiddetta norma 'Airbnb' evitiamo demagogia e propaganda non solo sul fisco ma almeno quando tocchiamo il tema molto serio della sicurezza e tasse comunali evase. Stiamo parlando della possibilità per chi affitta la propria casa o immobili di proprietà per brevi periodi di poter utilizzare la cedolare secca; non c'è alcuna nuova tassa. Chi oggi e' in regola chiede, giustamente, di poter pagare meno avendo con la cedolare secca norme semplici ed è inspiegabile il no di alcuni. Non è più tollerabile - ha aggiunto - che ci sia anche chi usufruisce dell'esenzione dell'Imu sulla prima casa, non pagando un euro di imposte locali perché abitazione e poi possa fare concorrenza a B&B ufficiali e alberghi che le tasse le pagano regolarmente".
Secondo Boccia "nelle grandi città si pone sempre più con insistenza anche il tema sicurezza. C'é un numero crescente di persone che entra ed esce liberamente dai condomini senza alcuna verifica delle generalità. Vengono distribuite chiavi di portoni e garage a chiunque e se gli esercenti sono abusivi non c'è alcun controllo su chi occupa, anche per brevi periodi, quegli immobili. Dire che va tutto bene è da irresponsabili".
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