Bruxelles - Il patto di stabilità e crescita del 1997, base di partenza per la "convivenza" fra i paesi che hanno adottato l'Euro, ha visto negli anni della crisi una serie di modifiche che hanno rafforzato la sorveglianza reciproca sui conti pubblici. In particolare, è stata affidato alla Commissione europea il compito di monitorare i bilanci nazionali in modo preventivo, nel cosiddetto "semestre europeo", introdotto nel 2013 attraverso il cosiddetto "two pack" di nuove norme. Queste prevedono che gli Stati presentino alla Commissione, entro la metà di ottobre, i programmi di bilancio per l'anno seguente. Al più presto, e al massimo entro il 30 novembre, l'esecutivo deve esaminare tali progetti.
Quest'anno, tale valutazione sarà finalizzata probabilmente nel giro di una settimana a partire dal 9 novembre, quando è già prevista la pubblicazione delle "previsioni economiche di autunno". Ma, come si legge all'articolo 7 del regolamento, "nei casi eccezionali in cui, previa consultazione dello Stato membro interessato entro una settimana dalla presentazione del progetto di documento programmatico di bilancio, la Commissione riscontri un'inosservanza particolarmente grave degli obblighi di politica finanziaria definiti nel PSC, essa adotta il proprio parere entro due settimane dalla trasmissione del progetto di documento programmatico di bilancio".
La lettera attesa oggi, una settimana esatta dopo la presentazione del bilancio, rientra quindi nella "consultazione" citata dal regolamento. Se la Commissione decide di esprimere questo "parere" (che non è quindi esattamente una "bocciatura"), è per chiedere "che sia presentato un progetto riveduto di documento programmatico quanto prima e comunque entro tre settimane dalla data del suo parere". (AGI)