Roma - "A decorrere dal 1 luglio 2017 le società del Gruppo Equitalia sono sciolte". Così recita l'articolo 1 del Capo I del decreto "Disposizioni urganti in materia fiscale e per il finanziamento di esigenze indifferibili", collegato alla legge di bilancio.
Equitalia quindi viene soppressa e le sue funzioni sono riattribuite all'"Agenzia delle entrate - riscossione". La prima differenza tra le due entità è che la prima è una spa, la seconda un ente pubblico economico sottoposto alla vigilanza del ministero dell'Economia.
Addio Equitalia, ecco cosa fare per rottamare le cartelle
Equitalia, istituita come Gruppo nel 2005, è infatti una società a totale capitale pubblico (51% Agenzia delle Entrate e 49% Inps) e svolge il suo ruolo tramite tramite Equitalia Servizi di riscossione spa (agente unico della riscossione). Equitalia Giustizia spa (gestore del Fondo Unico di Giustizia), ed Equitalia holding (con funzioni di indirizzo). Il modello di governance è quello tradizionale, composto da Consiglio di amministrazione e Collegio sindacale. L'ente invece avrà come organi il presidente, il comitato di gestione (composto dal direttore dell'agenzia delle entrate in qualità di presidente dell'ente e da due componenti nominati dall'agenzia medesima tra i propri dirigenti) e il collegio dei revisori dei conti.
Cosa prevede il decreto fiscale
Entro il 30 aprile, con decreto del presidente del Consiglio dei ministri, l'amministratore delegato di Equitalia è nominato commissario straordinario per l'adozione dello statuto, che sarà approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri: questo - secondo i sindacati - comporterà un ruolo maggiore di palazzo Chigi ma rappresenta anche motivo di confusione, perché il commissario, attuale ad di Equitalia, dovrà preparare lo statuto di un ente che è sotto la vigilanza del ministero dell'Economia.
La nuova Agenzia sarà sottoposta alle disposizioni del codice civile e delle altre leggi relative alle persone giuridiche private. Inoltre, sarà autorizzata ad avvalersi dell'Avvocatura dello Stato, mentre può stare in giudizio avvalendosi direttamente di propri dipendenti davanti al tribunale e al giudice di pace. Altro punto critico riguarda Equitalia giustizia: le sue azioni saranno cedute a titolo gratuito al ministero dell'Economia, ma se la cessione avverrà prima del 1 luglio 2017, il passaggio dei dipendenti non appare più automatico.
E proprio quello del personale (circa 8.000 persone) è il capitolo più spinoso: il decreto prevede che i dipendenti del Gruppo Equitalia con contratto di lavoro a tempo indeterminato, "senza soluzione di continuità e con la garanzia della posizione giuridica ed economica maturata alla data del trasferimento" siano trasferiti al nuovo ente "previo superamento di apposita procedura di selezione e verifica delle competenze, in coerenza con i principi di trasparenza, pubblicità e imparzialità". Ma è anche contemplata la ricollocazione presso le amministrazioni pubbliche.
"Allo scopo di non creare posizioni soprannumerarie, il riassorbimento può essere disposto solo nei limiti dei posti vacanti nelle dotazioni organiche dell'amministrazione interessata e nell'ambito delle facoltà assunzionali disponibili, ovvero, in difetto, è possibile la destinazione a amministrazioni con carenze di organico".
Queste disposizioni hanno messo sul piede di guerra i sindacati, pronti a proclamare uno sciopero unitario. Quello che proprio non va giù a Cgil, Cisl e Uil è la "procedura di selezione e verifica delle competenze", ritenuta illegittima anche da punto di vista giuridico. Inoltre, il decreto prevede l'applicazione al personale dell'articolo 2112 del codice civile (che regola il destino dei lavoratori in caso di cessioni e acquisizioni): ma questo avviene - fanno notare i sindacati - a contratti di tipo privatistico.
Da chiarire anche che tipo di contratto avranno i futuri dipendenti dell'Agenzia entrate - riscossione: quelli di Equitalia hanno il contratto dei bancari e quelli dell'Agenzia delle entrate attuale (circa 33 mila persone) il contratto dei dipendenti pubblici. Ma un ente pubblico economico non ha l'obbligo di attuare il contratto pubblico. A questo punto - argomentano i sindacati - andrebbe emanato un altro decreto per l'assorbimento dei dipendenti delle Agenzia delle entrate nel nuovo ente. Infine, resta aperto la questione dei vertici.
Il capo della nuova Agenzia deve essere il direttore dell'Agenzia attuale: l'ad di Equitalia, Ernesto Maria Ruffini, sarà da aprile commissario, e l'attuale direttore dell'Agenzia delle entrate, Rossella Orlandi, vedrà scadere il suo mandato a giugno. (AGI)