Roma - "L'Europa deve scegliere da che parte stare. Può accettare il fatto che il nostro deficit passi dal 2 al 2,3% del Pil per far fronte all'emergenza terremoto e a quella dei migranti. Oppure scegliere la strada ungherese, quella che ai migranti oppone i muri e che va rigettata. Ma così sarebbe l'inizio della fine". Lo dice il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, intervistato da Repubblica. "Dal 2011 in poi l'Italia ha speso miliardi e miliardi per affrontare una emergenza migranti che non era e non è un problema solo suo - aggiunge Padoan - ma dell'intera Unione. E nessuno finora ci ha riconosciuto questo impegno economico. Qualche mese fa alla Turchia sono stati riconosciuti dall'Europa 3 miliardi proprio per far fronte a all'emergenza migranti. L'Italia ha speso più di tutti per questa emergenza e ha reso un servizio agli altri stati - continua il ministro dell'Economia - ha difeso un 'bene pubblico' comune. E' un problema politico, che riguarda il futuro del continente".
Addio Equitalia, da luglio nasce Agenzia Entrate-Riscossione
Riferendosi ai dubbi di Bruxelles sui numeri della crescita italiana, Padoan aggiunge che il governo continua a puntare su una crescita dell'1% del Pil l'anno prossimo: "Ci contiamo e lo consideriamo una stima prudente, del resto anche l'Ufficio parlamentare di bilancio l'ha validata alla luce delle misure contenute nella manovra", "dove ci sono gli interventi sulle imprese e sulla produttività che hanno un forte effetto sulla crescita: confermiamo il superammortamento per l'acquisto di beni strumentali e introduciamo l'iperammortamento per investimenti materiali e immateriali in nuove tecnologie. E mettiamo due miliardi aggiuntivi per la realizzazione di opere pubbliche. Aspettiamo di vedere le stime di novembre della Commissione sulla crescita ma conto di non rimanere deluso". Il ministro dell'Economia ribadisce che l'Italia ha "aperto una discussione per cambiare il metodo di calcolo del deficit strutturale che secondo noi non misura la realtà delle cose. Ci sono otto paesi che chiedono la modifica ed altri se ne sono aggiunti verbalmente negli ultimi giorni ma inspiegabilmente non si procede. I metodi di stima di altre organizzazioni internazionali danno risultati diversi". Padoan difende dunque la manovra varata dal governo e sostiene che "le coperture a carattere strutturale sono più della metà. Bisogna apprezzare alcuni effetti nel lungo periodo: è vero che l'operazione sulle frequenze è una tantum, ma è vero anche che si mette in moto un mercato in modo strutturale. Mentre la fatturazione elettronica e la comunicazione trimestrale dell'Iva all'Agenzia delle entrate incrementano il gettito da lotta all'evasione in modo permanente".
Niente aliquota forfettara per il voluntary disclosure'
Quanto alle accuse di 'favorire gli evasori', secondo Padoan "sono accuse ridicole. Per far emergere il contante, che spesso sta nelle cassette di sicurezza anche per via dei tassi negativi e non necessariamente perchè deriva da attività illecite, bisognava individuare un livello di aliquota tale da essere appetibile senza fare regali a nessuno". Il governo ha "deciso di eliminare il forfait per non dare adito nemmeno al minimo sospetto di voler favorire chi non rispetta le regole. Quella che qualcuno si è divertito a chiamare "norma Corona" non c'è più. Stop". Il titolare del Tesoro definisce inolte "strutturale" la riforma di Equitalia e risponde al presidente dell'Inps, Tito Boeri, che ha criticato la riforma dicendo che appesantisce il debito previdenziale. "Vorrei ricordare al presidente dell'Inps che alcune delle proposte di riforma della previdenza che proprio lui ha presentato nei mesi scorsi avrebbero creato dei problemi importanti di appesantimento della spesa e messo a rischio i conti pubblici", continua Padoan. Quanto a Mps, Padoan si dice "fiducioso del piano industriale che il management della banca presenterà. Ovviamente in piena autonomia". Infine il referendum: Padoan ribadisce che voterà "Un sì convinto, perché la riforma costituzionale avrà un effetto di traino su tutte le altre riforme". (AGI)