Roma - Il governo conferma la stima di crescita del Pil all'1% nel 2017 ma sta valutando la possibilità di alzare il deficit dal 2% indicato nell'aggiornamento del Documento di economia e finanza al 2,2%. Secondo quanto riferiscono fonti governative, nella partita che si sta giocando sui 'numeri' depositati in Parlamento e su cui l'Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), guardiano dei conti, ha mosso rilievi, l'esecutivo non ha alcun intenzione formalmente di fare passi indietro.
La crescita del Pil resterà, quindi, fissata all'1% ma ci sono margini per intervenire sul deficit indicato per il 2017 al 2% del Pil e giudicato ottimistico. L'ordinamento europeo nell'ambito del quale è stato approvato il pareggio di bilancio e istituita l'autorità indipendente che deve validare il quadro macroeconomico e sorvegliare i conti, ovvero l'Upb, spiegano fonti tecniche, ha come riferimento il Documento programmatico di bilancio che deve essere inviato in Europa entro il 17 ottobre (il termine sarebbe il 15 ma cade di sabato).
La 'validazione' che conta ai fini dei vincoli europei, infatti, non riguarda la Nota di aggiornamento al Def ma appunto il Documento programmatico, ovvero la griglia dei numeri e delle misure che comporranno la manovra. Quindi, spiegano le stesse fonti, se il governo, dopo aver presentato ulteriori dettagli sui contenuti della manovra, non dovesse ottenere il disco verde dell'Upb, e decidesse di andare avanti comunque, potrebbe comunque optare per correggere il deficit in sede di trasmissione del Documento programmatico di bilancio a Bruxelles, una volta ottenuto il via libera del Parlamento ad aumentare l'indebitamento netto fino al 2,4% in virtù delle spese per la ricostruzione del terremoto e per l'emergenza migranti.
In quel caso l'Upb potrebbe 'validare' il mutato quadro programmatico e l'esecutivo potrebbe incassare anche il sì della Ue. D'altronde lo stesso Fmi ha previsto per l'Italia, a politiche invariate, quindi senza tener conto dell'impatto totale della manovra che sarà messa in campo, una crescita dello 0,9% a fronte di un deficit/Pil al 2,2%.
E proprio oggi un'apertura sulla flessibilità per le spese eccezionali, come appunto un terremoto o la questione dei migranti, è arrivata dal commissario europeo agli Affari economici, Pierre Moscovici. Al momento, quindi, bocce ferme: il governo fornirà all'Ufficio parlamentare di bilancio "ulteriori dettagli sui contenuti della manovra", come spiegato dal viceministro dell'Economia, Enrico Morando, e poi sarà il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, a fornire le informazioni alla Commissione Bilancio della Camera nel corso dell'audizione in programma martedì sera. Ma lo stesso Morando non ha escluso che, in futuro, il governo possa ritoccare il rapporto deficit/Pil per colmare il 'gap' di previsioni. "Ora la discussione sulla Nota di aggiornamento si basa sull'ipotesi di un indebitamento al 2%. è ovvio che se l'indebitamento è al 2,2% o al 2,4% ci sarebbe un riflesso sul prodotto". E alla domanda se il governo, in futuro, potrebbe rivedere la stima sul deficit/Pil, Morando ha risposto: "Non escludo niente". (AGI)