Washington - Slitta al 2020 il pareggio di bilancio strutturale per l'Italia, secondo le stime del Fondo monetario internazionale sul "General Government Cyclically Adjusted Balance", cioè il bilancio corretto rispetto al ciclo, contenute nel Fiscal Monitor. Lo scorso aprile, il rapporto semestrale dell'istituzione guidata da Christine Lagarde aveva prevedeva che l'obiettivo sarebbe stato centrato nel 2018. Per quest'anno, l'Fmi stima un deficit strutturale dell'1,1%, nel 2017 dell'1,3%, nel 2018 dello 0,9% e nel 2019 dello 0,3%.
Il debito italiano è destinato a salire nel 2016 e nel 2017, rispettivamente al 133,2% e al 133,4% del Pil. Secondo l'Fmi, l'inversione di rotta partirà solo dal 2018 con una discesa al 132% e non dal prossimo anno come stimato lo scorso aprile. Il debito tricolore diminuirà ulteriormente al 129,9% nel 2019, al 127,5% nel 2020 e al 125% nel 2021.
Gli economisti di Washington stimano inoltre che il deficit/Pil italiano scenderà dal 2,5% di quest'anno al 2,2% nel 2017 fino ad azzerarsi nel 2021. Il rapporto deficit/Pil risulterà in progressivo calo: all'1,3% nel 2018, allo 0,5% nel 2019 e allo 0,1% nel 2020. Lo scorso aprile il Fondo aveva previsto l'azzeramento del deficit nel 2020.
Il Fondo rileva che il debito mondiale è cresciuto a livelli record, arrivando al 225% del Pil a fine 2015 e per i due terzi, pari a circa 100 trilioni di dollari, si tratta di passività private. L'Fmi reclama misure per facilitare l'imponente "deleveraging" che pone rischi per la crescita economica e la stabilità finanziaria. "Per abbassare significativamente il debito occorrono politiche fiscali a sostegno dell'attività economica, in grado di favorire la ristrutturazione del debito privato ed eliminare i crediti deteriorati delle banche", avverte l'Fmi.
"Sebbene non tutti i Paesi stiano attraversando la stessa fase del ciclo del debito, la sua sola dimensione alimenta i pericoli di un deleveraging senza precedenti che può minare la crescita economica mondiale", si rimarca documento, segnalando che le passività del settore privato sono alte soprattutto "nelle economie avanzate e in alcuni mercati sistemici". Illustrando il rapporto, il direttore del dipartimento Affari Fiscali dell'Fmi, Vitor Gaspar, ha evidenziato l'importanza di interventi per "prevenire l'eccessivo accumulo di debito, anche con programmi sponsorizzati dai governi per agevolare la ristrutturazione. Si raccomanda, tra l'altro, l'adozione di politiche di supervisione, misure anti-cicliche nella fase di espansione e l'esclusione di incentivi fiscali che incoraggiano l'indebitamento. (AGI)