Milano - A cinque giorni dalla morte, rivelate le volontà testamentarie di Bernardo Caprotti, fondatore del gruppo Esselunga, le cui ultime volontà sono state lette nello studio notarile della famiglia Marchetti: il 25% della holding che controlla Esselunga, la quota di cui il defunto, secondo il diritto ereditario, poteva disporre liberamente, vengono lasciate alla moglie Giuliana e alla figlia Marina. Sempre secondo il diritto ereditario, invece, un'altra quota pari al 25% viene automaticamente lasciato in eredità alla vedova, con il restante 50% equamente suddiviso tra i figli: a Giuseppe e Violetta, figli di primo letto, e a Marina sono andati dunque il 16,7% ciascuno. Calcolando la quota andata alla madre, la quota lasciata liberamente in eredità da Bernardo Caprotti, e il 16,7% di legittima, l'asse ereditario Giuliana-Marina entra così in possesso del 66,7% della holding che controlla il gruppo, pari dunque a oltre i 2/3 della società.
Bernardo Caprotti
Intanto il Cda ha deliberato "in considerazione della scomparsa del dottor Bernardo Caprotti di non dar corso, allo stato, a operazioni relative alla controllata Esselunga". Stop per ora alla vendita di Esselunga e nomina di Piergaetano Marchetti alla presidenza di Supermarkets Italiani al posto dello scomparso fondatore. Queste le delibere prese oggi dal consiglio di amministrazione di Supermarkets Italiani riunitosi a Milano. Piergaetano Marchetti è stato cooptato in Cda e quindi nominato presidente.
Quanto vale Esselunga, un impero da 7 miliardi e 22mila dipendenti
Il consiglio ha ricordato la figura di Caprotti e tutti i consiglieri, si legge in una nota, "hanno espresso gratitudine e hanno reso omaggio alla figura del fondatore per la straordinaria storia imprenditoriale di cui è stato protagonista e che ha consentito a Esselunga di diventare leader riconosciuto a livello internazionale nel settore della grande distribuzione". (AGI)