Roma - Per la Banca d'Italia le stime sulla crescita contenute nel Def sono ambiziose. Per l'Ufficio parlamentare di bilancio eccessivamente ottimistiche. Per la Corte dei Conti ci sono rischi al ribasso. Insomma, per tutte e tre le istituzioni passate in audizione oggi, quella crescita all'1% per il 2017 su cui il Governo ha costruito il suo impianto macroeconomico rischia di rimanere una chimera.
"Nello scenario programmatico per il 2017, la dinamica del prodotto è significativamente maggiore di quella del quadro tendenziale. L'obiettivo è ambizioso", dice alla commissioni Bilancio di Camera e Senato il vice direttore generale della Banca d'Italia, Luigi Federico Signorini. Secondo via Nazionale, "nelle valutazioni del governo il mancato aumento dell'Iva avrebbe un impatto positivo sul tasso di crescita del Pil pari a 0,3 punti percentuali nel 2017, un effetto piuttosto forte rispetto a stime econometriche basate sui dati del passato".
All'esecutivo, Palazzo Koch suggerisce di eliminare gli sprechi e tagliare i costi della pubblica amministrazione per contenere "gli effetti recessivi" del risanamento dei conti pubblici. Per Signorini, "la riduzione della spesa e' un risultato importante, e' anzi indispensabile proseguire con sempre maggiore determinazione su questa strada, se si vogliono tenere i conti pubblici sotto controllo senza contare soltanto sul livello oggi eccezionalmente basso dei tassi di interesse e senza comprimere gli investimenti, il cui rilancio e' invece necessario per la crescita".
L'economista Luigi Guiso spiega all'Agi il parere di Bankitalia sul Def
Un sentiero che anche la Corte dei Conti invita a seguire. "Le risorse liberate da un più graduale processo di convergenza verso gli equilibri di bilancio siano destinate a interventi in grado di incidere sul potenziale di crescita del Paese", afferma il presidente Arturo Martucci di Scarfizzi. Anche perché, rileva, esistono "potenziali elementi di fragilità del quadro economico che si riflettono sul percorso programmatico di finanza pubblica" con "un rischio al ribasso" per le prospettive del Pil.
Una debolezza che rischia di inficiare il quadro programmatico di finanza pubblica, secondo l'Ufficio parlamentare di Bilancio. Le previsioni di crescita per il 2017, sostiene il presidente Giuseppe Pisauro, "appaiono contrassegnate da un eccesso di ottimismo" e anche quelle per il 2018 appaiono "fuori linea" rispetto alle stime dell'Ufficio parlamentare di bilancio. Una sovrastima che, avverte, potrebbe spingere l'Upb "a un esito non positivo del processo di validazione del quadro programmatico 2017 e, in particolare, delle stime di crescita del Pil per il prossimo anno, sia in termini reali che nominali".
E a rischio bocciatura, prosegue Pisauro è anche la richiesta di maggiore flessibilità avanzata all'Ue per far fronte alle spese per migranti e terremoto, uno spazio pari allo 0,4% tale da portare il rapporto tra deficit e Pil al 2,4%. "Vi e' incertezza sulla possibilità che la richiesta di considerare le spese menzionate quali connesse a eventi inconsueti, nel limite di importo di 4 decimi di Pil, sia accolta in sede europea", sottolinea l'Upb. (AGI)