Roma - L'Europa "deve pensare a una diversificazione, ad assicurare complementarita' rispetto al gas proveniente dalla Russia che, nell'equazione europea, c'e' e continuera' a esserci, e per far questo non deve puntare solo al Nord ma scommettere, e convintamente, sul Sud, cioe' sull'Area del Mediterraneo e sull'Africa, e renderlo forte". Lo ha dichiarato l'ad di Eni, Claudio Descalzi, intervistato oggi dal 'Sole 24 Ore' e dalla 'Gazzetta del Mezzogiorno'. "Non possiamo permetterci di avere interlocutori deboli perche' la debolezza dell'Africa o del Mediterraneo diventa una debolezza fortissima per il Vecchio Continente", ha sottolineato Descalzi. "L'Europa deve entrare nella consapevolezza che e' un grandissimo mercato, il primo al mondo, ma e' un continente povero perche' non ha energia, perche' spreca e i sussidi alle rinnovabili, che aumentano il consumo di carbone, sono un chiaro esempio in tal senso. Non possiamo permetterci di tergiversare, dobbiamo prendere in mano la situazione", ha detto ancora Descalzi, ricordando che "qualsiasi strategia deve aumentare i punti di diversificazione e orientarsi su un mix energetico corretto".
"Non farlo ci rende deboli e indebolisce anche chi, come l'Africa, ha l'energia ma non riesce a svilupparla", ha proseguito il manager, "tutti pensano che siamo ricchi ma l'Europa e' povera dal punto di vista energetico e questo problema va affrontato in modo approfondito, avendo una visione comune e spazzando via interessi ed egoismi locali". Sulla congiuntura petrolifera, Descalzi ha osservato che "e' vero che il mercato si sta bilanciando, a parte le scorte che sono molto importanti sia sui prodotti che sul grezzo e ci vorra' un po' per smaltirle". "Negli ultimi due anni, gli investimenti globali sono stati ridotti di 360-370 miliardi di dollari e questo creera', lo dice la Iea, un 'gradino' nell'offerta futura se continuiamo a tagliare e a non creare efficienza", ha aggiunto Descalzi, "Eni di efficienze ne ha conseguite molte e le ha fatte senza ridurre la crescita produttiva, puntando sulle aree convenzionali, scoprendo moltissime riserve e avendo la flessibilita' per sviluppare cambi a un breakeven molto basso".
A proposito della Libia, l'ad di Eni ha dichiarato che il futuro del paese "e' nelle mani dei libici ma anche di chi e' al di fuori. E la soluzione deve andare verso una Libia unica che e' quello che vogliono i libici. Non dobbiamo pensare che diventi una spartizione a favore di Stati stranieri. Dobbiamo creare degli interlocutori forti, non degli attori deboli con la presunzione o la visione superficiale di poterli controllare". Riguardo l'inchiesta in Val D'Agri, Descalzi ha parlato di una "collaborazione oggettivamente costruttiva e molto aperta con la magistratura almeno per riuscire a rimettere in produzione l'impianto, che era un problema importante che coinvolgeva noi ma anche tutto l'indotto. Abbiamo dato e stiamo fornendo alla magistratura tutti gli elementi per dimostrare, come spero, non solo la nostra buona fede ma anche l'alto livello degli standard realizzati". Sulla possibilita' di un secondo mandato alla guida dell'azienda, il manager ha affermato infine: "E' chiaro che l'Eni e' stata ed e' la mia vita e uno spera sempre di restare a casa sua. Poi chi dovra' decidere fara' le sue valutazioni ma sono assolutamente sereno". (AGI)