Roma - Cambia il mondo della dirigenza del settore pubblico. Il Cdm ha approvato in via preliminare il decreto che - secondo quanto affermato dal premier Matteo Renzi al termine del Consiglio dei Ministri - consentira' "un nuovo modello" della dirigenza, che "insiste sul premio di risultato anziche' sulla posizione". Il decreto, infatti, prevede che i dirigenti pubblici siano inseriti nei 'ruoli unici', che abbiano incarichi a tempo (quattro anni) e rinnovabili (per due anni) e siano sottoposti a valutazione, con il rischio di decurtazioni allo stipendio e, se si resta senza incarico, il licenziamento o la retrocessione a funzionario. Renzi ha anche sottolineato come si investa in formazione perche' "non servono solo ottime professionalita', ma anche un sistema con uno scheletro forte di presenze". Il decreto, la cui approvazione era attesa gia' il 10 agosto scorso, doveva ottenere l'ok oggi perche' scadra' domenica la delega; il testo passa quindi alle Camere per i pareri.
Il sistema della dirigenza - spiega il comunicato della Presidenza del Consiglio - e' costituito dal ruolo dei dirigenti statali, dal ruolo dei dirigenti regionali e dal ruolo dei dirigenti locali. Ogni dirigente puo' ricoprire qualsiasi ruolo dirigenziale; la qualifica dirigenziale e' infatti unica. Alla dirigenza si accede per corso-concorso o per concorso. Le graduatorie finali sono limitate ai vincitori e non comprendono gli idonei. La Scuola nazionale dell'amministrazione (Sna) e' trasformata in Agenzia senza maggiori o nuovi oneri per la finanza pubblica, e' sottoposta alla vigilanza della Presidenza del Consiglio dei ministri, svolge funzione di reclutamento e formazione del personale della PA. Ha come obiettivo quello di assicurare una formazione omogenea della dirigenza. Presso il Dipartimento della funzione pubblica e' istituita la Commissione per la dirigenza statale (analogamente e' istituita anche la Commissione per la dirigenza regionale e la Commissione per la dirigenza locale).
La Commissione, costituita entro 90 giorni dall'entrata in vigore del decreto, opera in piena autonomia e con indipendenza di giudizio e di valutazione. In particolare, preseleziona i candidati ai fini del conferimento degli incarichi dirigenziali generali ed effettua la valutazione ex post delle scelte effettuate dalle amministrazioni per altri incarichi. Gli incarichi dirigenziali hanno durata di 4 anni e possono essere rinnovati per altri 2 nel caso di valutazione positiva o per il periodo necessario al completamento delle procedure per il conferimento del nuovo incarico. I dirigenti privi di incarico, concluso il mandato, devono partecipare ad almeno 5 interpelli all'anno; in assenza di incarico, il primo anno percepiscono il trattamento economico fondamentale e il secondo anno lo stesso decurtato di un terzo. Successivamente il Dipartimento della funzione pubblica li puo' collocare d'ufficio in posti vacanti. Il dirigente a cui e' revocato l'incarico per inadempienza ha un anno di tempo per avere un nuovo incarico altrimenti scatta la licenziabilita'. (AGI)