Roma - La crescita dell'Italia si "rafforza", ma rimane modesta e con rischi al ribasso, anche se le riforme messe in cantiere dal governo sono " impressionanti". Il Fondo monetario internazionale conclude la sua missione a Roma e corregge leggermente al rialzo le sue stime sul Pil per il nostro paese che secondo Washington si attesterà' a +1,1% nel 2016. Tuttavia, sottolinea l'Fmi, la ripartenza del Belpaese rimarrà' "modesta" e la crescita nominale "potrebbe essere troppo debole per risolvere stabilmente le fragilità finanziarie ed i bilanci potrebbero continuare a costituire una fonte di vulnerabilità, poiché il loro risanamento richiederebbe un periodo prolungato". "Sullo sfondo di rigidità strutturali - rilevano i tecnici del Fmi - e di una domanda contenuta, si prevede una crescita dell'1,1% quest'anno e di circa l'1,25% nel 2017-18", contro l'1,1% indicato ad aprile. Per il Fondo, "i rischi sono orientati al ribasso, legati alla volatilità dei mercati finanziari, al rischio Brexit, all'emergenza immigrazione". E se l'Italia continuerà a crescere al ritmo con cui cresce adesso, un ritorno del Pil del nostro Paese al livello precedente alla crisi può verificarsi "solo verso la metà degli anni 2020 - aggiunge Washington - con un ampliamento del divario di reddito tra l'Italia e la media della zona euro a più rapida crescita".
Il Fondo riconosce al governo di aver messo in campo una serie di riforme che definisce "impressionante". "Le riforme del settore istituzionale, della pubblica amministrazione, del settore fiscale, del mercato del lavoro e del comparto bancario sono state finalizzate ad affrontare rigidità strutturali di lunga durata che esistevano già prima della crisi", sottolinea l'Fmi. "E' indispensabile che tali sforzi siano ampliati e completati. Sfruttando l'inizio della ripresa economica e il contesto favorevole offerto attualmente dai tassi bassi di interesse, la tempestiva attuazione di sforzi complementari e sinergici nel settore finanziario e fiscale nonché di misure strutturali dovrebbero contribuire a un incremento della crescita, ad avviare la ricostituzione di buffer e a ridurre il costo iniziale delle riforme. è dunque importante che per il futuro si mantenga un ampio sostegno politico a favore di un vasto pacchetto di riforme", prosegue l'Fmi. Sul fronte del mercato del lavoro, il Fmi ribadisce che il Jobs Act ha contribuito a rendere il sistema più' favorevole per la creazione di posti di lavoro ma torna a chiedere una riforma della contrattazione collettiva "che allinei i salari alla produttività". Quanto alle pensioni, a specifica domanda sul dibattito in corso in Italia in queste settimane, il capo missione del Fondo monetario Internazionale, Rishi Goyal, premette che la riforma Fornero "è molto valida, il sistema italiano ha una base molto solida. Riteniamo - aggiunge - che questa riforma debba essere implementata e continui a essere portata avanti per la sostenibilità del sistema pensionistico e del debito". "Nelle proposte che si sentono ci sono dei pro e contro - aggiunge - ma è troppo presto dare giudizi senza aver visto questi programmi. Quello che vogliamo sottolineare è che la riforma delle pensioni deve essere implementata". Nelle sue raccomandazioni generali, il documento del Fondo parla comunque della necessità di "non compromettere la sostenibilità del sistema pensionistico". Un ampio passaggio, infine, è dedicato al sistema bancario: Il Fondo riconosce che "i crediti deteriorati sembrano essere in via di stabilizzazione" ed esprime un giudizio nettamente positivo sul fondo Atlante, che "ha contributo alla stabilità finanziaria, tuttavia" e "consente di ridurre rischio sistemico". Tuttavia, è la conclusione, i bilanci delle banche sono messi a dura prova dal livello molto alto di Npl e dall'eccessiva durata dei procedimenti giudiziari". (AGI)