Roma - La Commissione europea conferma la flessibilita' per l'Italia sui conti del 2016 ma chiede un "percorso sostenibile" al nostro paese e rimanda all'autunno una nuova valutazione. L'Italia dunque ha ottenuto le flessibilita' richiesta per lo 0,85% del Pil (lo 0,25% per gli investimenti in infrastrutture, lo 0,50% per le riforme realizzate), e otterra' anche quella di un'ulteriore quota dello 0,10% (lo 0,04% per le spese straordinarie sostenute per l'emergenza migranti e lo 0,06% per la sicurezza), ma solo alla condizione di un forte impegno per il ritorno, nel 2017, a un "percorso sostenibile" per i suoi conti pubblici. Il Commissario per gli Affari economici e monetari Pierre Moscovici ha sottolineato, parlando della situazione italiana, che "abbiamo ottenuto un impegno scritto nero su bianco secondo cui l'Italia assicurera' il livello del deficit all'1,8% del Pil nel 2017 ed evitera' una deviazione significativa: saremo molto vigili su questo". La prossima occasione di una verifica sara' in ottobre, quando il governo presentera' il progetto di bilancio per il 2017: "lo esamineremo attentamente e faremo una nuova analisi sulla conformita' del paese rispetto alla regola del debito - ha preannunciato Moscovici - anche se prendiamo atto con favore degli impegni presi dal ministro Pier Carlo Padoan, con il quale abbiamo avuto scambi intensi".
"Non e' questione di vittoria o di sconfitta, e' questione che rispettiamo le regole e questo ci viene riconosciuto", e' il commento del ministro dell'Economia. "Innanzitutto e' una affermazione per l'Italia sulla flessibilita' che le viene concessa, anzi viene concesso un po' di piu' di quello che ci si aspettava - continua Padoan - e allo stesso tempo facciamo una politica giusta per il paese". "La montagna del debito e' ancora tale ma sta cominciando a scendere - prosegue Padoan - ma vorrei anche aggiungere che far scendere il debito con un'inflazione negativa e' molto difficile ma noi ci impegniamo lo stesso". Riguardo al deficit, il ministro dell'Economia ha sottolineato che "l'impegno del governo che e' stato scritto nella mia lettera di risposta a Bruxelles e' di fare un deficit pari all'1,8% ed e' un impegno che viene ribadito. Quanto al disinnesco delle clausole di salvaguardia e' un impegno che il governo ha preso con il paese, prima ancora che con la commissione. Lo sforzo non e' facile ma noi ci siamo impegnati fino ad adesso e continueremo a farlo".
Nonostante le regole del Patto di Stabilita' e crescita prevedano che la flessibilita' possa essere concessa una sola volta, nel giorno in cui la Commissione ha deciso di concedere all'Italia uno scostamennto del deficit pari allo 0,85% tutta quella chiesta dall'Italia per il 2016, pari allo 0,85% del Pil per le riforme, gli investimenti e le spese per migranti e sicurezza, Moscovici apre anche alla possibilita' di concederne anche l'anno prossimo. "Alcune clausole di flessibilita' - ha detto - sono state pensate per poter essere usate una sola volta nel ciclo e dunque e' anche necessario che ad un certo punto si ritorni verso un percorso di bilancio diciamo normale, ma non escludo che ci sia questa possibilita' se effettivamente nel 2017 il deficit sara' all'1,8%: d'altronde e' proprio questo il senso della politica seria sui conti che chiediamo all'Italia". Rinviata a luglio invece la decisione della Commissione su un eventuale intervento nei confronti di Spagna e Portogallo, Paesi il cui livello di deficit troppo elevato in rapporto al Prodotto interno lordo e' passibile di sanzioni nell'ambito delle procedure per deficit eccessivo previste dalle regole del patto di stabilita' e crescita. Il collegio dei commissari ha stabilito che "non e' questo il momento, politicamente ed economicamente, di prendere decisioni".
Il rinvio di una decisione sui conti non ha impedito all'esecutivo comunitario di pubblicare le raccomandazioni specifiche per Madrid e Lisbona. Alla Spagna si chiede di portare il rapporto deficit/Pil al 3,7% nel 2017, con sforzi di correzione in termini strutturali pari al 0,25% del Pil quest'anno e allo 0,5% il prossimo, (pari a circa otto miliardi in due anni). Maggiori interventi nel mercato del lavoro, miglioramento del sistema di apprendistato e formazione, meccanismo di controllo e gestione degli appalati pubblici le altre misure raccomandate all'esecutivo che verra'. Per il Portogallo e' stato fissato un obiettivo di riduzione del rapporto deficit/Pil per quest'anno al 2,3%, da raggiungere "prendendo tutte le misure strutturali necessarie". Ulteriore sforzo di correzioni strutturale pari allo 0,6% del Pil nel 2017, attuazione dei piani di ristrutturazione delle imprese controllate dalla Stato entro fine 2016, e misure per ridurre la mole dei crediti in sofferenza "entro ottobre" sono le altre raccomandazioni per Lisbona. (AGI)