Roma - "Un'ampia condivisione delle responsabilità tra gli Stati dell'Eurozona senza il corrispettivo meccanismo di controllo comune rappresenterebbe un percorso sbagliato, poiché si rafforzerebbe la tendenza presente in una unione monetaria ad accumulare debiti piuttosto che frenarla". Lo dice il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, nel suo intervento 'Solidita' e solidarieta' nell'Unione monetaria' all'ambasciata tedesca a Roma.
"Questo è un punto sul quale ad esempio Pier Carlo Padoan ed io siamo di opinione diversa - aggiunge Weidmann - egli ritiene che "la condivisione dei rischi e delle responsabilità rappresentino forti incentivi a rispettare le regole e a prevenire comportamenti opportunistici. Su questo punto io non sarei tanto ottimista". "Per la condivisione dei rischi e delle responsabilità prendiamo l'esempio dell'assicurazione per una bicicletta - ha continuato Weidmann - sostenendo la spesa dell'assicurazione si dovrebbe essere maggiormente indotti a parcheggiare la bicicletta sempre in cantina per prevenirne il furto. Di conseguenza diminuirebbero i furti di biciclette e i premi assicurativi diverrebbero sempre meno alti. Avviene tuttavia il contrario".
L'Italia "ha intrapreso la giusta strada" sulla gestione dei crediti in sofferenza e ha fatto "riforme importanti" come il Jobs Act. Lo ha detto il presidente della Bundesbank. "In Europa sono importanti le riforme come il Jobs Act italiano, che abbattono le barriere alle assunzioni, al fine di creare nuovi posti di lavoro - ha detto Weidmann - ma sono necessarie anche altre riforme strutturali - sia a livello dei singoli Stati membri, sia a livello europeo. L'obiettivo di tali riforme deve essere quello di raggiungere a lungo termine conti pubblici solidi e strutture economiche competitive". "In alcuni Stati dell'Eurozona - ha continuato Weidmann - un elevato indebitamento delle famiglie e delle imprese nonche' gli alti livelli di crediti deteriorati frenano a loro volta le attivita' economiche nel loro complesso e in particolare gli investimenti e la concessione dei crediti. Con il nuovo strumento rappresentato dal Fondo nazionale di risoluzione creato per assorbire i crediti in sofferenza, anche l'Italia ha intrapreso la giusta strada".
"Da quando esiste l'Unione monetaria le regole del patto di stabilita' e crescita, sono state violate da parte di alcuni Stati - tra i quali anche l'Italia - piu' spesso di quanto siano state oggetto di ossequio. E anche la Germania nel biennio 2003/2004 ha contribuito a indebolire la forza vincolante delle regole". Lo dice il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann.
Un "unione fiscale europea sarebbe il passo piu' grande nel processo di integrazione dall'introduzione dell'euro a oggi", ma "senza ampie modifiche ai Trattati europei e i referendum negli Stati membri cio' non sarebbe raggiungibile. Cio' vale sia per un ministero delle finanze comune per l'area dell'euro dotato del proprio budget sia per un sistema che permetta interventi regolamentati nei bilanci nazionali: a mio avviso si tratta di ostacoli enormi, al momento non vedo la volonta' di superare questi limiti, ne' in Italia, ne' in Germania, ne' in altri Paesi. Volendo mantenere la sovranita' degli Stati membri nelle questioni di bilancio resta questa l'unica via da percorrere, ovvero quella di attribuire agli Stati membri le responsabilita' per le proprie azioni, cosi' come sancito dal quadro normativo di Maastricht attualmente in vigore - aggiunge - il quadro di Maastricht, al fine di obbligare gli Stati ad adottare politiche finanziarie ed economiche volte alla stabilita', prevedeva due meccanismi: regole per le politiche di bilancio e regolamento per il tramite dei mercati finanziari. Come esposto, entrambi i meccanismi si sono dimostrati inefficaci".
Un debito pubblico eccessivo da parte dei singoli Stati, rischia di far sprofondare l'intera Eurozona. Lo dice il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann. "Un elevato indebitamento pubblico a livello nazionale dice Weidmann - puo' risultare allettante agli occhi del singolo Paese, tuttavia e' nocivo per l'area dell'euro nel suo complesso. Poiche' un incremento del debito in un singolo Stato membro puo' determinare un innalzamento dei tassi di interesse a lungo termine per tutti gli Stati dell'Eurozona". (AGI)