Roma - Le borse europee chiudono in forte calo un'altra seduta segnata dal timore degli operatori per il rallentamento dell'economia globale e le sue molteplici implicazioni, dal crollo del petrolio alla tenuta delle banche, le quali restano il settore piu' colpito dalle vendite. A Parigi (Cac 40 -4,05% a 3.896,71 punti) crolla Societe Generale, giu' del 12,35%. Tra i titoli piu' ceduti sui listini del vecchio continente figurano inoltre Commerzbank (-5,85%), Deutsche Bank (-5,45%), Barclays (-5,85%), Bnp Paribas (-5,18%), Axa (-5,99%), Credit Agricole (-5,92%) e Bbva (-6,61%). Sui circuiti di Londra (Ftse 100 -2,39% a 5.537 punti) va segnalato inoltre il balzo dell'operatore aurifero Randgold (+7,28%), segnale di quanto l'oro sia sempre piu' bene rifugio in un'ondata di 'panic selling' che non si placa. Il Dax di Francoforte scende del 2,93% a 8.752 punti, l'Ibex di Madrid scivola del 4,44% a 7.782 punti. A indossare la maglia nera e' pero Piazza Affari, con l'Ftse Mib che scende del 5,63% a 15.773 punti. Male anche Lisbona (-4,23%) e Atene (-1,89%).
E' durato il tempo di una seduta l'euforia di Piazza Affari che ha archiviato l'ennesima giornata da bollino rosso con il Ftse Mib in calo del 5,63% e sotto quota 16mila punti (15.773); All Share -4,72%. Ancora una volta e' stato il settore bancario a essere stato investito sin dall'avvio da un'ondata di 'panic selling', segnale evidente che la sua resistenza al rallentamento globale e' messa in dubbio da sempre piu' operatori. Da segnalare i massimi da un anno toccati dalle quotazioni dell'oro, bene rifugio per definizione quando i mercati finanziari finiscono nella bufera. Sul listino principale fortemente negativi anche industriali e i titoli energetici.
Tra i bancari la peggiore e' stata Ubi con un -12,11% nel giorno della diffusione dei conti 2015. Giu' anche Intesa Sanpaolo (-6,84%), Unicredit (-7,03%), Mps -9,88%, Mediobanca, nel giorno della presentazione della semestrale, ha perso invece il 5,27%, mentre Bpm e Banco Popolare, sempre piu' vicine alle nozze, hanno lasciato rispettivamente il 2,08 e l'8,71 per cento. Tra gli altri finanziari, Generali -8,51%. Pesanti anche industriali (Fca -5,15%, Ferrari -7,56%, Finmeccanica -6,95%) ed energetici, con Enel a -3,63%, Eni -6,02%, e Saipem a -12,02% nell'ultimo giorno dell'aumento di capitale. Telecom Italia, in vista dei conti 2015 e dell'aggiornamento del piano industriale 2016-2018, ha fatto -8,94% chiudendo a 0,8255 euro per azione.
Wall Street estende le perdite, con l'indice Dow Jones (-2,16%) affondato dal crollo di Boeing, giu' di oltre il 10%. A colpire il titolo della compagnia sono le voci su un'inchiesta delle autorita' di borsa per frode contabile. Pesante anche Morgan Stanley (-5,22%), che ha chiuso con il dipartimento di Giustizia un patteggiamento piu' esoso del previsto in merito alla vicenda dei mutui subprime. E' pero', come in Europa, tutto il comparto del credito a subire vendite particolarmente intense, da Goldman Sachs (-3,53%) a Jp Morgan (-3,59%). In netta controtendenza Cisco (+8,51%) grazie ai risultati migliori delle attese. L'indice Nasdaq segna -1,18%, con Twitter in netta flessione (-3,81%) dopo l'ennesima trimestrale da dimenticare. (AGI)