Roma - Nessuna preoccupazione su Saipem: lo afferma il cfo di Eni, Massimo Mondazzi, in un'intervista a Il Sole24Ore sull'aumento di capitale da 3,5 miliardi dell'azienda guidata da Stefano Cao. "Il mercato esterno - osserva - non ha reso l'operazione semplicissima, ma va affermato con forza che i fondamentali dell'operazione sono solidi e che il risultato finale lo vedremo a ricapitalizzazione avvenuta, a valle della quale Saipem avrà una struttura patrimoniale rafforzata e potra' quindi affrontare nel modo migliore le sfide future del settore".
"Noi come Eni - spiega Mondazzi - non siamo preoccupati. Saipem è una delle migliori oil service al mondo e, grazie a questa operazione, qualunque sia lo scenario che verrà a prefigurarsi nel settore, l'azienda si troverà nelle migliori condizioni per approfittare di un'eventuale ripresa perché dispone di tutti gli strumenti necessari. In primo luogo, ha competenze innegabili che pochi altri competitor hanno. Senza contare che può vantare un management, che si è già misurato con esperienze simili, e ha dunque tutte le carte per fronteggiarle al meglio. Infine, la società ha già messo in campo un piano di cost saving che le permetterà di affrontare anche il cambio di passo dei clienti, in cerca di prezzi più bassi in un contesto profondamente deteriorato dal calo del prezzo del greggio".
Nessun timore dunque per Eni, che a operazione archiviata, ricorda Mondazzi, si distaccherà da Saipem "come azionista di maggioranza", ma non certo "come cliente della societa'". Anzi "continueremo a utilizzare le prestazioni di Saipem anche in futuro e abbiamo già delle negoziazioni in corso che, se si concluderanno positivamente, potrebbero sfociare in altrettante commesse". "Se guardo ai fondamentali della società dal di fuori - ribadisce il cfo di Eni - vedo un'azienda dalle competenze tecniche che poche altre possono vantare al mondo, e che ha tutti gli strumenti per uscire da questo momento". L'intenzione di Eni di "rifocalizzarsi sul portafoglio e di razionalizzare la struttura dei costi - prosegue Mondazzi - si e' rivelata ottima ed e' stata presa prima di tutti gli altri. In questo senso, dunque, la decisione di dismettere gli asset no core come Saipem e' stata cruciale nell'ambito di quella strategia". "E' vero che Eni si sta staccando da un punto di vista dell'azionariato, ma e' anche vero che Saipem potra' contare nei prossimi tre anni su un nucleo di azionisti, come Eni e il Fondo Strategico Italiano di Cdp, molto solido e potra' quindi godere del supporto di soci stabili", conclude. (AGI)