Roma - Apertura in forte calo per le borse europee, sulla scia dei decisi ribassi delle piazze asiatiche, in particolare Hong Kong, scesa ai minimi da quattro anni e alle prese con una fuga di capitali che mette a rischio l'aggancio al dollaro.
A continuare ad alimentare le vendite sono principalmente la continua flessione del prezzo del petrolio e la revisione al ribasso delle stime sulla crescita globale del Fmi.
Il Dax di Francoforte arretra del 2,42% a 9.430 punti, l'Ftse 100 di Londra cede l'1,98% a 5.760 punti, il Cac 40 di Parigi perde il 2,36% a 4.171 punti, l'Ftse Mib di Milano cede il 2,94% a quota 13.325 punti, Madrid scende dell'1,93% a 8.375 punti.
TONFO PER LE BORSE ASIATICHE - Un calo sulla scia della nuova chiusura in rosso per le piazze asiatiche, che scontano il continuo calo del prezzo del petrolio e la revisione al ribasso delle previsioni del Fmi sulla crescita globale.
Pesanti gli scivoloni di Tokyo (-3,71%), ai minimi da 15 mesi, e Hong Kong (-3,50%), con l'indice Hang Seng sceso ai minimi da quattro anni e una fuga di capitali che minaccia l'agganciamento ultratrentennale del dollaro locale, che ha toccato il picco negativo da quasi nove anni, a quello americano. Perdite piu' moderate a Shenzhen (-1,03%) e Shanghai (-1,02%), in altalena per buona parte della seduta. Seul segna -2,3%, Sydney perde l'1,3%.
RUBLO IN CALO - Continua la svalutazione del rublo sull'euro, sullo sfondo del calo dei prezzi del petrolio. Subito dopo l'apertura delle contrattazioni alla Borsa di Mosca, la moneta comunitaria e' arriva a 87,10 rubli, aggiornando il suo record dal dicembre 2014. Poco dopo, sottolinea l'agenzia Rbc, l'euro e' tornato sotto gli 87 rubli. Anche il dollaro si e' rafforzato, superando i 79 rubli (79,40). Secondo Mikhael Stepanian, analista intervistato dal sito FInam, il dollaro nelle contrattazioni di oggi potrebbe superare la soglia degli 80 rubli, nel caso in cui il Brent si avvicini ai 27 dollari al barile. Stando ad altri analisti sentiti da Bloomberg, la Banca di Russia sara' costretta a riprendere interventi sui tassi di cambio, in caso di ulteriore caduta della moneta nazionale. A loro dire, la soglia che potrebbe far scattare misure in questo senso sarebbe quella del biglietto verde a 90 rubli.
(20 gennaio 2016)