Roma - Cala la fiducia di consumatori e imprese a dicembre. Il primo indice, segnala l'Istat, diminuisce a 117,6 da 118,4 del mese precedente; il secondo passa a 105,8 da 107,1 di novembre. Nonostante la flessione, sottolinea l'istituto di statistica, entrambi gli indici si mantengono sui livelli elevati registrati nei mesi precedenti. Tutte le stime delle componenti del clima di fiducia dei consumatori diminuiscono: il calo risulta maggiore per le componenti economica e corrente; la differenza e' invece piu' contenuta per la componente personale. Riguardo le imprese, il clima di fiducia sale nei servizi di mercato mentre scende nelle costruzioni, nel commercio al dettaglio e, anche se piu' lievemente, nella manifattura. Secondo Confcommercio, il dato non deve suscitare particolari preoccupazioni in quanto "entrambi gli indicatori si collocano, ormai da alcuni mesi, su livelli particolarmente elevati ed e' quindi fisiologico che si rilevino alcuni contenuti aggiustamenti che non sembrano indicare un peggioramento nelle prospettive di ripresa dell'economia italiana". A giudizio del Codacons, il calo della fiducia dei consumatori e' da attribuire principalmente all'effetto "Parigi", ossia all'ondata di attentati che ha sconvolto la Francia lo scorso 14 novembre. Critico il giudizio di Federconsumatori e Adusbef, che ritengono quelle dell'Istat "stime utopistiche": "Continuare a sostenere che tutto va bene significa allontanare la necessita' di interventi per una vera e duratura ripresa". L'Istat ha diffuso oggi anche una serie di dati relativi al 2014, contenuti nell'Annuario statistico nazionale: dall'analisi emerge che lo scorso anno gli occupati (22 milioni 279 mila) sono cresciuti di 88 mila unita' su base annua (+0,4%); in particolare, il tasso di occupazione dei 55-64enni e' salito al 46,2% (3,5 punti percentuali in piu' rispetto al 2013). Nel 2014 si e' anche fermata la discesa dei consumi: la spesa media mensile per famiglia - pari a 2.488,50 euro - e' risultata sostanzialmente stabile rispetto al 2013 e la percentuale di famiglie che hanno limitato la quantita' o la qualita' dei prodotti alimentari e' scesa da 62,4 a 58,7%. L'Istat rileva anche il calo nello scorso anno delle famiglie proprietarie di casa: 71,2% contro il 73,4% del 2013; il 19,3% paga un mutuo, contro il 16,6% del 2013. In crescita, infine, il numero di famiglie che vivono in case in affitto, dal 16,7 al 18,7%. (AGI)
(29 dicembre 2015)