Roma - "L'economia italiana, anziché accelerare sta rallentando", il "mancato decollo della ripartenza resta un vero rebus". è quanto emerge dallo scenario economico del Centro studi di Confindustria, secondo cui "la ripartenza dell'economia italiana non ha avuto nei mesi estivi lo slancio atteso". "Occorre constatare - aggiunge viale dell'Astronomia - che l'uscita dalla seconda recessione, pur in un quadro esterno nettamente migliore che in passato, è stata più lenta rispetto alla risalita seguita alla fine della prima (tra 2008 e 2009). Secondo Confindustria, "le ragioni per cui non si riesce a prendere il vento favorevole sono legate al fatto che ci sono comportamenti più prudenti, si tende a essere meno risoluti. C'è un tasso di risparmio molto basso, che è ai minimi storici. Per noi resta un mistero questo rallentamento. Pensiamo che nel corso di questo autunno ci sia una ripresa di slancio legati ai giudizi sugli ordini delle imprese che producono beni di consumo".
Di conseguenza, Confindustria rivede al ribasso le stime di crescita del Pil allo 0,8% quest'anno e all'1,4% nel 2016. "E' già accaduto che le statistiche dell'economia italiana fossero riviste, anche sensibilmente, verso l'alto per adesso però, ogni ragionamento deve partire dalla realtà che attualmente dipingono. Una realtà - prosegue il CsC - che obbliga a ribassare le previsioni per il Pil italiano, perché ha conseguenze non solo sulla media di quest'anno ma anche sullo slancio ereditato dal passato". Secondo Confindustria, "l'incremento del 2015, il primo dopo tre arretramenti annuali consecutivi, è quasi interamente acquisito con i dati disponibili fino al terzo trimestre". Nel 2016 il recupero sarà più forte, grazie al trascinamento positivo, che era stato negativo quest'anno". Di fatto, secondo viale dell'Astronomia, "il passo dell'economia italiana sostanzialmente non muterà rispetto a quanto osservato nel 2015: "da questo punto di vista rimangono rischi al rialzo per la possibilità di effetti più ritardati del previsto delle potenti spinte derivanti da fattori esterni".
Un miglioramento si vedrà nel 2017, quando il Pil crescerà dell'1,3%. Secondo il CsC tuttavia, "nell'orizzonte di previsione ci sono anche rischi al ribasso" legati "all'eventuale escalation militare in Siria e dalla paura generata in Europa dagli attacchi terroristici che possono alimentare l'incertezza e modificare i piani di spesa di imprese e di famiglie". Secondo viale dell'Astronomia comunque, nel 2017, "il recupero resterà invariato, benché si attenueranno le ricadute delle attuali e molto favorevoli condizioni internazionali: prezzi del petrolio e tassi bassi, euro debole".
Secondo i tecnici di Confindustria aumentano le persone occupate in Italia, anche grazie agli sgravi contributivi per chi assume e alle norme del Jobs Act. "Le persone occupate in Italia, dopo essere diminuite di 963 mila unità dal secondo quarto del 2008 all'ultimo del 2013, hanno registrato un recupero nel 2014 (+160 mila tra quarto trimestre 2013 e quarto 2014) che, nonostante la frenata di settembre si è consolidato: +160mila tra fine 2014 e terzo trimestre del 2015". Secondo viale dell'Astronomia, "sull'andamento dell'occupazione hanno avuto certamente un ruolo importante l'introduzione degli sgravi contributivi per le assunzioni a tempo determinato e le regole previste dal Jobs Act. Sebbene gli effetti delle nuove norme non siano ancora compiutamente quantificabili, i dati disponibili indicano che le misure governative stanno avendo un impatto positivo".
La domanda di lavoro in Italia "è ripartita", nel triennio fino al 2017 saranno creati 650 mila posti di lavoro che portano a 815 mila il totale da quando sono ricominciati ad aumentare", ovvero dal 2014. "è ripartita la domanda di lavoro - sottolinea il Csc di viale dell'Astronomia - il bilancio è positivo nel 2015 e le prospettive sono buone per i prossimi due anni. L'aumento dell'occupazione iniziato nel 2014 (+0,2% rispetto al 2013) nonostante il calo del Pil (-0,4%), si è consolidato nel 2015 (+0,7%)". Per Confindustria l'incremento rimarrà sostenuto anche nei prossimi due anni: il Cs stima che le unità di lavoro aumenteranno dello 0,9% nel 2016 e dell'1,1% nel 2017, a 24 milioni, 1 milione e 200 mila sotto il livello di pre-crisi, 877 mila in più rispetto al minimo di fine 2013. Per Confindustria inoltre, il ricorso alla Cig, "si è progressivamente sgonfiato nel 2015".
Infine, sono ancora allarmanti le stime sull'evasione fiscale e contributiva che 122,2 miliardi di euro nel 2015, pari al 7,5% del Pil, solo la Grecia fa peggio di noi. Questa la stima del Centro studi di Confindustria, secondo cui al fisco vengono sottratti ogni anno 40 miliardi di Iva, 23,4 di Irpef, 5,2 di Ires, 3 di Irap, 16,3 di altre imposte indirette e 34,4% di contributi previdenziali. Confindustria calcola in un 3,1% di maggiore Pil e in oltre 335mila occupati aggiuntivi il bilancio del dimezzamento dell'evasione". Il sommerso economico nel quale alberga l'evasione, secondo Confindustria, "è particolarmente elevato nelle attività di servizi (32,9% del valore aggiunto del settore), nel commercio, trasporti, attività di alloggio e ristorazione (26,2%), nelle costruzioni (23,4%) e nelle attività professionali (19,7%). Al contrario ha un'incidenza contenuta nelle attività finanziarie e assicurative (3,5%) e nella manifattura".
Nel confronto europeo per livello di evasione, l'Italia si attesta al secondo posto dopo la Grecia, con un gettito evaso del 33,6%, contro il 16,5% della Spagna, l'11,2% della Germania, l'8,9% della Francia e il 4,2% dei Paesi Bassi. Tra le cause della evasione, secondo viale dell'Astronomia, la "percezione di efficienza della Pa", "l'inadeguatezza dell'amministrazione" e "l'illegalità economica". (AGI)
(16 dicembre 2015)