Roma - Dalla piadina romagnola all'olio extra-vergine di oliva, dalla mozzarella di bufala campana al basilico genovese senza dimenticare il cappero di Pantelleria e la lenticchia di castelluccio di Norcia. E poi i cantucci toscani, la ciliegia di Vignola e la cipolla di Tropea, i vini. E la lista è ben più lunga.
Il meglio dell'Italian Food parte alla conquista dei cinque continenti nella 'Settimana della cucina italiana nel mondo': oltre1.300 eventi in programma - tra concorsi, conferenze, degustazioni, cene a tema, proiezioni di film, mostre e seminari tecnico-scientifici - dal 21 al 27 novembre in 105 Stati. Dagli Usa al Giappone, passando per Canada, Brasile, Russia, Cina ed Emirati Arabi Uniti, coordinati dalla rete all'estero della Farnesina, che puo' contare sulle 295 sedi diplomatiche, consolari e degli istituti italiani di cultura attivati. Obiettivo: valorizzare e rilanciare la tradizione culinaria italiana all'estero proponendo le eccellenze agroalimentari del made in Italy.
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La sfida è quella di valorizzare il saper fare italiano, diffondere i valori unici della Dieta Mediterranea; presentare l'offerta formativa del nostro Paese nel settore enogastronomico; rafforzare la presenza della cucina italiana all'estero anche attraverso le attività di specializzazione dei giovani cuochi e la presentazione dell'offerta della ristorazione italiana di qualità. Infine promuovere i "percorsi del gusto" in Italia per i turisti. Si parte da Washington con lo chef Bottura: l'appuntamento che apre la 'settimana' è il 15 novembre alla Residenza dell'Ambasciatore e alla presenza del presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini.
MINISTRO MARTINA, MODELLO ITALIA UNICO NEL MONDO
"Leghiamo il grande tema della cucina a quello del lavoro dei nostri produttori, un tratto distintivo", ha sottolineato il ministro per le Politiche agricole Maurizio Martina alla confeenza stampa di presentazione della 'settimana', che si è tenuta il 26 ottobre a Roma, a Villa Madama. Un tratto distintivo, ha sottolineato Martina, "che rende il modello Italia unico nel mondo. Perché quando raccontiamo un piatto, raccontiamo anche la storia di chi lo ha realizzato, di un territorio, della qualità delle materie prime. Una filiera in cui sicurezza ed eccellenza diventano parole chiave. Questa è una delle tappe di un percorso nato ad Expo Milano, dove abbiamo compreso il grande valore, anche politico, del cibo nella nostra società nei prossimi anni". E allora, ha concluso, "rafforziamo questa rete che abbiamo creato, anche grazie al Food Act, tra Istituzioni, mondo della cucina e dell'agroalimentare, per raccontare il nostro saper fare e cosa significa essere italiani. E' questa la nostra forza e il nostro orgoglio".