di Gaia Vendettuoli
Dal canestraro pugliese all'arancia rossa di Sicilia passando per il peperone di Senise e il pecorino sardo, senza dimenticare la mortadella di Bologna e il bergamotto di Reggio Calabria. Entra nel vivo la #ItalyFoodWeek, l'iniziativa promossa da Twitter Italia con il patrocinio del ministero per le Politiche agricole e forestali (Mipaf) per celebrare le eccellenze del Made in Italy agroalimentare. E oggi è il giorno dei prodotti italiani di qualità certificata Dop e Igp.
L'Italia è il Paese europeo con il maggior numero di prodotti agroalimentari a denominazione di origine e a indicazione geografica riconosciuti dall'Unione. A dimostrazione non solo della qualità delle produzioni del Belpaese, ma anche soprattutto del forte legame tra le eccellenze agroalimentari e il territorio. Il sistema Ue delle Indicazioni Geografiche favorisce l'economia del territorio, tutela l'ambiente perché il legame indissolubile con il territorio esige la salvaguardia degli ecosistemi e della biodiversità, sostiene la coesione sociale dell'intera comunità. Allo stesso tempo, grazie alla certificazione comunitaria, si danno maggiori garanzie ai consumatori con un livello di tracciabilità e di sicurezza alimentare più elevato e agli stessi produttori nei confronti di eventuali imitazioni e concorrenza sleale. In Italia i prodotti Dop, Igp, Stg sono 285.
CHE COSA SONO I PRODOTTI DOP E IGP
Iniziamo dalle sigle. Dop sta per Dominazione di origine protetta, mentre Igp significa Indicazione geografica protetta. Poi ci sono i prodotti Stg, ovvero la Specialità tradizionale garantita, la cui 'specificità' è legata al metodo di produzione. Le uniche due produzioni italiane che hanno ottenuto tale riconoscimento sono la Pizza napoletana e la Mozzarella.
Tornando alle due categorie principali, il prodotto è Dop quando le fasi di produzione, trasformazione ed elaborazione avvengono in un'area geografica delimitata. Questo vuol dire che chi fa prodotti Dop deve attenersi alle rigide regole produttive stabilite dalla Ue nel disciplinare di produzione. Il rispetto delle regole è garantito da uno specifico organismo di controllo: per chi le infrange sono previste sanzioni e richiami. Tra i prodotti Dop ci sono l'aceto balsamico tradizionale di Modena, l'arancia di Ribera (Palermo), l'asparago Bianco di Bassano, la coppa piacentina, la melanzana rossa di Rotonda (Potenza), i salamini italiani alla cacciatora, lo zafferano dell'Aquila, la ricotta romana, l'olio extravergine di oliva della Sabina.
Il termine Igp è invece relativo al nome di una regione, di un luogo determinato o, in casi eccezionali, di un paese che serve a designare un prodotto agricolo o alimentare originario di quel posto e di cui una determinata qualità possa essere attribuita all'origine geografica. Per ottenere la Igp, quindi, almeno una fase del processo produttivo deve avvenire in una particolare area. Anche in questo caso i produttori devono attenersi a rigide regole, il rispetto delle quali è garantito da uno specifico organismo di controllo. Tra i prodotti Igp ricordiamo: le acciughe sotto sale del Mar Ligure, i cantucci toscani, la carota dell'altopiano del Fucino, la castagna di Cuneo, la focaccia di Recco col formaggio, la mela dell'Alto Adige, la pera mantovana, il radicchio Rosso di Treviso, lo zampone di Modena.
Per la loro catalogazione, i prodotti Dop e Igp sono suddivisi in nove settori: vini; aceti (diversi dagli aceti di vino); altri prodotti (come le spezie); altri prodotti di origine animale (uova, miele, prodotti lattiero-caseari, ad eccezione del burro); carni; formaggi; oli di oliva; oli essenziali; ortofrutticoli e cereali; pesci, molluschi, crostacei freschi.
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(AGI)