Martedì 28 novembre la Nazionale di calcio femminile dell’Italia è attesa dalla sfida contro il Portogallo per le qualificazioni al Campionato del Mondo di Francia 2019.
Le ragazze di coach Milena Bertolini sono prime nel Gruppo 6 insieme al Belgio a quota 9 punti, frutto di 3 vittorie in altrettante partite: rotondo 5-0 all’esordio contro la Moldavia, 1-0 in Romania e seguente 3-0, sempre alla Romania, in casa.
Vincere e rimanere a contatto con le belghe è fondamentale per le azzurre, soprattutto in vista dello scontro diretto che si giocherà nell’aprile 2018. L’unica certezza di andare ai Mondiali la offre il primo posto nel girone. Il secondo posto non garantisce nemmeno l’accesso al girone degli spareggi: ad esso si qualificheranno solo le 4 migliori seconde (su 7) e di queste 4 solo una andrà in Francia.
Le azzurre mancano la rassegna iridata dal 1999: fra le squadre che almeno una volta hanno disputato un mondiale femminile, l’Italia è la squadra che manca da più tempo se si esclude Taipei Cinese, presente sono nel 1991 e poi mai più qualificatasi.
Invertito nostro malgrado il trend di qualificazione fra gli uomini (sempre presenti da Cile 1962 a Brasile 2014 compresi), riusciranno le giocatrici capitanate da Sara Gama (capitana anche della squadra femminile della Juventus) di riportare la Nazionale italiana fra le 24 finaliste di un Mondiale?
Storia dei Mondiali femminili
La FIFA organizza i Mondiali femminili dal 1991, 61 anni dopo la prima edizione maschile (Uruguay 1930). Il primo si disputò in Cina nel 1991 e fu vinto dagli Stati Uniti, che superarono in finale la Norvegia per 2-1. A quel Mondiale erano presenti anche le azzurre che, trascinate da Carolina Morace autrice di 4 gol, raggiunsero i quarti di finale, dove persero 3-2 ai supplementari proprio contro la Norvegia.
Per rivedere le azzurre ai Mondiali passarono 8 anni: seconda e ultima partecipazione nel 1999 ai Mondiali negli Stati Uniti, con eliminazione ai gironi. Secondo titolo mondiale per le padrone di casa degli USA, che vinsero ai rigori la finale contro la Cina.
La nazionale americana è quella più vittoriosa: 3 vittorie e 7 podi totali in 7 campionati del mondo. Oltre a 1991 e 1999 le americane hanno vinto anche nel 2015 in Canada, trascinate dalle parate di Hope Solo, una delle calciatrici più popolari del mondo. Nel 1995 la Norvegia vendicò la sconfitta del 1991 ed eliminò le americane in semifinale, vincendo poi la finale tutta europea contro la Germania.
Nel 2003 le tedesche eliminarono le americane in semifinale poi alzarono il trofeo superando un’altra squadra scandinava, la Svezia. Bis tedesco nel 2007, in finale col Brasile. Nel 2011 storica affermazione asiatica col Giappone, che in finale vinse contro gli Stati Uniti.
Come detto nel 2015 nuova vittoria a stelle e strisce a 16 anni di distanza dalla precedente affermazione e nuovo record di mondiali vinti (3) contro i 2 della Germania, seconda anche fra gli uomini insieme all’Italia a quota 4 mondiali vinti.
Sebbene con una storia molto recente alle spalle, qualche numero e qualche trend per i mondiali femminili si possono già ravvisare: su 7 edizioni abbiamo 4 nazionali vincitrici (USA 3 titoli, Germania 2, Norvegia e Giappone 1), così come accadde per i primi 7 mondiali maschili (2 titoli per Uruguay, Italia e Brasile e 1 per la Germania).
In 87 anni di storia, i mondiali maschili hanno visto ai nastri di partenza delle fasi finali ben 78 squadre più le due debuttanti di Russia 2018, Panama e Islanda, contro le 32 del calcio femminile in 24 anni (1991-2015).
Un movimento in crescita: numeri da Canada 2015 e UEFA Euro 2017
Francia 2019 sarà l’ottavo campionato del mondo di calcio femminile. Entro l’avvio della competizione la FIFA auspica che nel mondo saranno 45 milioni le donne che praticano il gioco del calcio: a maggio 2015, pochi mesi prima del mondiale canadese, la FIFA parlava di 30 milioni di bambine e donne come praticanti il calcio nel mondo. L’obiettivo è quindi ambizioso, ma ragionevole: il movimento è in crescita, come confermano anche alcuni numeri legati ai campionati del mondo.
L’ultima edizione, Canada 2015, è stata un’edizione da record: 24 squadre partecipanti alla sola fase finale, prima volta nella storia, con 8 nazioni debuttanti; 129 nazioni impegnate nelle qualificazioni contro le sole 45 di Cina 1991, con un totale dei match di qualificazione che è quasi quadruplicato: 110 nel 1991, 398 nel biennio 2013-2015.
Come persone allo stadio complessive il mondiale canadese fa registrare i numeri migliori di sempre fra i Mondiali femminili e fra tutti gli eventi FIFA, maschili e femminili, se si escludono i Mondiali maschili delle nazionali maggiori. 1.353.506 gli spettatori totali dal vivo a Canada 2015, meglio di USA 1999 (1.194.215) e Cina 2007 (1.156.955), ma rispetto a quei due mondiali Canada 2015 aveva 8 squadre partecipanti in più e 20 match in più: infatti, il grafico sopra mostra che non è il migliore in relazione alla media a partita degli spettatori allo stadio.
Paragonato agli ultimi mondiali maschili, ovvero Brasile 2014, per ogni partita Canada 2015 porta allo stadio la metà degli spettatori e più di un terzo dell’audience televisivo. La FIFA afferma che 764 milioni di persone hanno assistito ad almeno un minuto delle 52 partite della competizione, e se allarghiamo a 3 minuti i telespettatori rimangono 555,6 milioni, il 36% in più considerando i numeri assoluti del mondiale precedente.
Germania 2011 fece registrare un’audience televisiva sempre sui 3 minuti di 408 milioni di telespettatori totali. Quel Mondiale aveva però 20 partite in meno. Ciò porta a rivedere al ribasso il dato sulla media per partita: 10,7 milioni per Canada 2015 contro i 12,7 milioni di Germania 2011.
Fuori scala il mondiale maschile: la FIFA dichiara che 3,2 miliardi di persone hanno visto almeno un minuto dell’ultima rassegna iridata in televisione (la FIFA non fornisce il dato sui 3 minuti).
Il presidente FIFA Gianni Infantino auspica che per Francia 2019 si abbatta il tetto del miliardo di telespettatori. Se poi ci riferiamo ai Campionati Europei di calcio femminili, l’ultima edizione (Paesi Bassi 2017) ha segnato anch’essa numeri confortanti per il seguito raggiunto dal calcio femminile nel nostro continente. 165 milioni di telespettatori finale esclusa, per altro trasmessa in 80 nazioni.
In Germania il quarto di finale tra le tedesche e la Danimarca ha avuto uno share televisivo (39%) migliore del GP d'Ungheria di Formula 1. Un risultato sorprendente, tenuto conto che quella gara arrivava in un momento cruciale in cui il Mondiale F1 si giocava tra un pilota tedesco e una macchina tedesca.
La Nazionale Italiana
Il curriculum della Nazionale Italiana ai Mondiali non è particolarmente buono: 2 partecipazioni su 7 edizioni, nessun podio e i quarti (ma in un torneo senza ottavi) come miglior piazzamento. Siamo assenti dalla fase finale del Mondiale dal 1999: saranno vent’anni nel 2019. Vanno meglio gli Europei: due medaglie d’argento nel 1993 e nel 1997 e quattro volte in semifinale (1984, 1987, 1989, 1991).
A oggi l’Italia è 18ma nella classifica mondiale della FIFA, comandata dagli Stati Uniti. Guardando al nostro girone di qualificazione al Mondiale, le nostre avversarie sulla carta sono tutte più in basso: 23mo il Belgio, 34mo il Portogallo, 38ma la Romania, 86ma la Moldavia.
Se guardiamo alle squadre europee, l’Italia è decima dietro a Germania, Inghilterra, Francia, Olanda (campione d’Europa in carica), Svezia, Danimarca, Norvegia, Svizzera e Spagna. Francia 2019 offre 8 posti al contingente UEFA (oltre a quello già occupato dalla Francia organizzatrice). Si qualificano le vincitrici dei 7 gironi di qualificazione: le quattro migliori seconde si sfidano in un girone all’italiana e la vincitrice di questo gironcino va in Francia.
Agli ultimi europei in Olanda nel luglio 2017, le azzurre allora allenate dal campione del mondo 1982 Antonio Cabrini sono state eliminate ai gironi: non sono bastati 3 punti ottenuti con una vittoria contro la Svezia (3-2). Fatali due sconfitte, entrambe per 2-1, contro Russia e Germania.
Dopo la spedizione olandese Cabrini è stato sostituito nel ruolo di commissario tecnico da Milena Bertolini, 51 anni di Correggio, ex difensore ed ex allenatrice del Brescia con il quale ha vinto due scudetti, due coppe Italia e tre supercoppe italiane, e ottenuto un prestigioso risultato europeo con il raggiungimento dei quarti di finale di Champions League nel 2015-16.
Da allenatrice ha vinto anche uno scudetto e una Supercoppa a Verona e una Coppa Italia alla Reggiana. L’esordio di Bertolini sulla panchina della Nazionale è stato decisamente positivo: fin qui, 3 partite e 3 vittorie, 9 gol fatti (4 segnati da Cristina Girelli, 2 da Barbara Bonansea e 1 da Valentina Bergamaschi e da Daniela Sabatino, più un autogol a nostro favore) e 0 subiti.
Dopo la sfida alle portoghesi il cammino verso la qualificazione riprenderà il 6 aprile 2018 con Moldavia-Italia. Poi il 10 aprile c’è l’importantissima Italia-Belgio che potrebbe segnare un passaggio fondamentale per riportare l’Italia a una rassegna iridata del calcio.