La legge di bilancio dell'Italia rischia la bocciatura da parte della Commissione europea se il deficit nominale dovesse superare la soglia del 2%. E' quanto apprende l'Agi a Bruxelles. La decisione sarà presa dal collegio dei commissari nella seconda metà di ottobre, dopo la presentazione formale del progetto di Legge di bilancio, ma i tecnici dell'esecutivo comunitario inizieranno sin da subito a analizzare i dati contenuti nella nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza (Def). All'Italia è stato raccomandato un aggiustamento strutturale (la riduzione del deficit al netto del ciclo e delle una tantum) pari allo 0,6% del Pil. Secondo i tecnici della Commissione, lo sforzo strutturale richiesto equivale a un deficit nominale del 1,1%. La deviazione massima consentita per evitare una bocciatura è pari allo 0,5% del Pil. In altre parole, l'Italia dovrebbe realizzare un aggiustamento strutturale dello 0,1% pari a un deficit nominale del 1,6%. La Commissione potrebbe comunque fare un ulteriore “sconto”, per quanto minimo, giocando su altre flessibilità previste dal Patto di Stabilità e Crescita. Tuttavia – a quanto si apprende– non ha mai accettato un peggioramento del deficit strutturale dello 0,3% di Pil e oltre, come accadrebbe con un deficit nominale sopra al 2%. Le nuove regole introdotte durante la crisi dell'euro con il “Two Pack” prevedono che, in caso di "un'inosservanza particolarmente grave degli obblighi di politica finanziaria definiti nel Patto di Stabilità e Crescita", la Commissione chieda "un progetto riveduto di documento programmatico (di bilancio) quanto prima e comunque entro tre settimane dalla data del suo parere. La richiesta della Commissione dev'essere motivata e resa pubblica". Infine, l'Italia sta già violando la regola sul debito, che prevede una riduzione di un ventesimo l'anno per la parte eccedente il 60% di Pil. Con uno sforzo strutturale inferiore allo 0,1% di Pil, l'Italia rischia di perdere le circostanze attenuanti che finora hanno consentito alla Commissione di evitare di aprire una procedura per deficit eccessivo che porterebbe a obiettivi di bilancio molto più stringenti.