R oma - Si e' conclusa con lo scrosciante applauso di una sala gremita la proiezione in anteprima assoluta della prima puntata di "Westworld", piatto forte di questa quarta edizione del Roma Web Fest. La serie prodotta da JJ Abrams, l'uomo dietro 'Lost' e il nuovo ciclo di 'Star Wars', e' la nuova scommessa della Hbo, scommessa il cui esito dipendera' da come verrano risolti i numerosissimi spunti contenuti in un episodio pilota denso e ambizioso che verra' trasmesso sugli schermi americani domenica 2 ottobre per arrivare in Italia la settimana dopo su Sky Atlantic.
La serie e' ispirata all'omonimo film diretto nel 1973 da Michael Chrichton e prende le mosse in un colossale parco dei divertimenti, dove centinaia di androidi indistinguibili dall'uomo fanno rivivere una citta' del vecchio West. Gli 'host' sono pronti a soddisfare gli istinti piu' bassi dei clienti umani, che possono malmenare, stuprare e uccidere gli umanoidi, che non reagiranno, come da leggi della robotica, e il giorno dopo saranno riprogrammati per dimenticare tutto e aprire gli occhi bionici su un altro giorno uguale al precedente, dove ogni avvenimento e' preordinato da un team creativo sempre al lavoro. Tutto prosegue liscio finche' Robert Ford, il fondatore del parco interpretato da Anthony Hopkins, non decide di riprogrammare 200 androidi con un aggiornamento che consente loro di reagire sulla base di ricordi passati e di elaborare fantasie. La situazione precipita presto: uno sceriffo robot diventa vittima di misteriose crisi epilettiche, un pistolero sintetico sviluppa istinti sadici e fa strage di colleghi di fronte agli atterriti visitatori e il padre di Dolores, la bella androide che ogni giorno rivive una storia d'amore destinata a finire ogni volta in modo tragico a discrezione della clientela del parco, scopre per terra una fotografia abbandonata da un umano con sullo sfondo una moderna citta'. Qualcosa nei suoi circuiti si rompe per sempre e, portato davanti a Ford, prima di essere spento, dimostra di aver preso coscienza del suo status e preannuncia la rivolta delle macchine che presumibilmente esplodera' nelle puntate successive (e il cliffhanger con protagonista la figlia e' una zampata ancora piu' eloquente).
La differenza con il film di Crichton non sta tanto nella forma e nello stile (discrete le dosi di nudo e violenza, come da tradizione Hbo) ma dalla problematicita' con la quale sono affrontate tematiche bioetiche che negli anni '70 erano letteralmente fantascienza e oggi sono sempre piu' vicine a essere poste dalla tecnica. I giganti della Silicon Valley, da Google a Facebook, stanno investendo ingenti risorse su programmi di intelligenza artificiale il cui contenuto e' ancora riservato. "Teniamo in vita anche la persona piu' malata, presto arriveremo a resuscitare i morti, per noi e' finita", riflette Ford. Chissa', forse l'anziano demiurgo ha innescato di proposito la rivoluzione destinata a far piazza pulita di un 'umanita' al capolinea che, non avendo piu' nulla da dire, si esaurisce nella ricerca di piaceri sempre piu' estremi e fini a se stessi, paradigma non dissimile da quello dell'attuale societa' occidentale. Per questo, in attesa della prossima puntata, si empatizza da subito con i robot. (AGI)