R oma - Ai tempi di 'Ragazzi fuori' e 'Mery per sempre' di Marco Risi si parlò di cinema neo-neorealista. Attori presi dalla strada, uno sguardo freddo ma dolente sui marginali, una vocazione sociale genuina. Un approccio che ritroviamo oggi in 'Angelo', la web serie 'made in Salento' prodotta da Alveare Cinema e Rai Fiction realizzata con il sostegno di Apulia Film Commission e presentata in anteprima stasera al Roma Web Fest.
La serie in dodici episodi, diretta da Luca Bianchini e girata interamente nella 'Firenze del Sud', narra di un giovane leccese che, dopo essere stato rinchiuso in un carcere minorile per un grave reato e successivamente sottoposto a pene alternative, si trova in procinto di poter riguadagnare la libertà. Mentre il suo periodo di messa alla prova sta per concludersi, un amico rischia di riportare il protagonista fuori dalla retta via, vanificando anni di buona condotta e lavoro in comunità. Gli interpreti, non professionisti, provengono realmente dal circuito penale minorile di Lecce e prestano il loro volto e le loro esperienze di vita a un ritratto drammatico e privo di retorica.
"La docufiction è una trasposizione della realtà con un montaggio spigoloso che guarda al confronto tra i giovani in comunità, ma anche tra loro e gli operatori che sono stati una straordinaria scoperta, lavorano con grossa devozione e fuori da ogni giudizio morale", ha dichiarato il regista Luca Bianchini, "Angelo è un ragazzo molto determinato che vuole tornare alla vita, che si chiede come sarà il suo futuro, che ha speranze e sogni come quelli dei suoi coetanei fuori dal carcere". (AGI)