La grande bellezza nascosta nella capitale

Antonella Piperno
Monte dei Cocci alla fine dell'Ottocento
La copertina del libro di Stefano Caviglia
L'Acquedotto Claudio al Parco degli Acquedotti
Montesacro visto dall'alto all'epoca della sua costruzione
Si parte non a caso da Testaccio, il quartiere giallorosso (c’è anche un murales dedicato a Mourinho) con il condominio di piazza Bodoni location del cult di Paola Cortellesi ‘C’è ancora domani’, ma celebrato anche da Elsa Morante nel suo ‘La Storia’. Se di Testaccio si sottolinea come la sua vocazione culinaria sia nata con il Mattatoio inaugurato nel 1891 (“le frattaglie, ossia le parti scartate sfamavano tanti poveri diavoli”), nel capitolo dedicato alla Garbatella Caviglia racconta che il nome ufficiale del quartiere dei villini popolari destinati al ceto operaio, impreziositi da balconcini, nicchie, archetti, e circondati dal verde era Borgata Giardino Concordia (in omaggio alla sua missione di antidoto alle tensioni sociali che investirono Roma e l’Italia nel dopoguerra).
Ingresso alla Garbatella da piazza Brin
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