Brat, Demure, Brain Rot. Bastano ‘le parole dell’anno’ per capire la Gen Z?

Alessandro Frau
Amr Bo Shanab / Connect Images / Connect Images via AFP - Gen Z, illustrazione
  • Brat (parola dell’anno per il Collins Dictionary) è un concetto complesso che può essere applicato a comportamenti, oggetti, modi di essere. L’idea di fondo è che una cosa è brat quando trasmette una sorta di libertà, sregolata e anticonformista, sfrenata e sfrontata, ma con una personalità audace e orgogliosa, stilosa nel suo riconoscersi ribelle e, a volte, perché no, anche superficiale e dozzinale.
Chatgpt-DALL-E - Brat secondo DALL-E
  • Demure (parola dell’anno per Dictionary.com): Si parla anche qui di stile, di come ci si approccia al mondo e alla società. Ma cambia tutto. Le parole d’ordine sono ‘discrezione’, ‘modestia’, ‘sobrietà’ e ‘semplicità’. L’estetica, del look e delle parole, è neutra ma elegante. Non si urla, non si vogliono i riflettori addosso e si scansa l’ostentazione.
Amr Bo Shanab / Connect Images / Connect Images via AFP - ‘Demure’ secondo DALL-E e Chatgpt
  • Manifest (parola dell’anno per il Cambridge Dictionary): Non è un nome, né un aggettivo ma un verbo, un'azione da perseguire per far sì che le cose accadano realmente. Ovvero tutti quei metodi, come la visualizzazione mentale, “per immaginare di raggiungere qualcosa che si desidera, nella convinzione che così facendo sarà più probabile che accada".
  • Enshittification (parola dell’anno per il Macquarie Dictionary) esemplifica il concetto di ‘continuo deterioramento e peggioramento di un servizio a causa della riduzione della qualità offerta”. È legata all’evoluzione delle piattaforme e delle prestazioni online e spesso la causa viene identificata nella volontà di ottenere un guadagno sempre maggiore a scapito dell’etica e della lealtà nei confronti di chi ne usufruisce.
  • Brain Rot (parola dell’anno per l’Oxford English Dictionary): Letteralmente ‘cervello marcio’, ‘cervello in putrescenza’. Riguarda un “presunto deterioramento dello stato mentale di una persona che consuma eccessivamente materiale online o sui social considerato banale, superficiale o poco stimolante”. Scrollare continuamente meme o video che ci fanno, senza alcun dubbio, perdere un’infinita di tempo, rallentando l’operatività del nostro cervello.

Pezzi di uno stesso puzzle?

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