AGI - Avevano combattuto su fronti opposti sul campo di battaglia dove celebravano il mito di Marte, e poi condiviso il talamo nuziale nel segno di Venere come marito e moglie. Il tenente austriaco Franz Scanagatta era infatti la milanese Francesca Antonia, nata donna e sempre tale rimasta, che aveva inseguito il desiderio della vita militare ed è considerata la prima ufficiale della storia, che avrebbe sposato nel 1804 il collega Celestino Spini, all’epoca tenente dei cacciatori a cavallo ma dell’esercito rivoluzionario francese. Per quattro anni, dal 1797 al 1801, Scanagatta era riuscita a nascondere a tutti di appartenere al gentil sesso, aveva levato la spada contro i francesi e, tornata nella vita civile, aveva avuto sei figli spegnendosi il 20 novembre di 160 anni fa, nel 1864, nella sua Milano. Donna colta e poliglotta educata in collegi femminili, pareva avviata al suo destino di moglie e madre quando il fratello Giacomo, avviato dal padre Giuseppe, intendente di finanza, alla carriera militare all’Accademia imperiale di Wiener Neustadt, caduto ammalato durante il trasferimento le confessò che non aveva affatto questa vocazione. Lei, allora, utilizzò la sua lettera di presentazione e il I luglio entrò al suo posto alla Theresianische Militärakademie di Vienna invece di varcare la soglia di un collegio per perfezionare la conoscenza del tedesco e completare gli studi. Aveva 18 anni.
Formazione e studi al massimo livello e l’esperienza in guerra
Si fasciava il seno e, vivendo nella dépendance del chirurgo dello Stato maggiore imperiale, il dottor Haller, al quale Giuseppe Scanagatta aveva raccomandato Giacomo, nessuno degli allievi sospettò che fosse una femmina. Inutili i tentativi del padre di ricondurre la figlia al suo ruolo sociale: seguiva le lezioni e l’addestramento, cavalcava come un uomo, si distingueva negli studi con brevetto di merito per due anni consecutivi, e lo stesso Haller in una lettera in latino (Giuseppe non parlava tedesco) lo pregò di lasciare che il figlioccio Franz/Franciscus facesse la carriera che aveva scelto: nella corrispondenza il medico usava la forma maschile, e l’intendente quella femminile. A ogni modo il cadetto Franz il 16 febbraio 1797 superava brillantemente gli esami finali e prendeva i gradi di alfiere. A sua domanda veniva inviata a un reparto di fanteria di guarnigione sul Reno, frontiera con la Francia rivoluzionaria in guerra con quello che era ancora il Sacro Romano Impero, e successivamente nella Polonia austriaca. Nonostante un periodo di malattia, tra febbraio e aprile 1799, nessuno si accorse che fosse una donna, mentre qualche larvato dubbio sul suo sesso aveva cominciato a circolare tra i commilitoni del reparto. Dalla riserva chiese e ottenne di essere trasferita in zona di guerra alla fine dell’anno partecipò alle azioni contro la Repubblica Ligure, nel Genovese, dove l’alfiere Scanagatta condusse brillantemente una manovra di contenimento per consentire il ripiegamento dell’esercito austriaco.
Il matrimonio con un cavaliere che aveva combattuto con i francesi contro di lei
Il 6° battaglione di cui faceva parte venne spostato prima sul territorio del Ducato di Parma e Piacenza, poi a Livorno. Approfittando di un incarico a Milano Francesca ebbe l’occasione di rivedere i genitori a Cremona a febbraio del 1800, i quali tentarono nuovamente di convincerla ad abbandonare la carriera delle armi. A marzo ricevette gli ambiti gradi da tenente, ma nello stesso periodo il padre Giuseppe si rivolse al commissario imperiale che con tatto informò il comandante generale dell’esercito austriaco affinché congedasse quell’ufficiale impegnato nell’assedio di Genova. Il 26 aprile 1801 la burocrazia imperiale risolveva l’imbarazzante caso notificandole l’addio alle armi divenuto effettivo il 23 maggio. Il tenente Franz tornava a essere Francesca Scanagatta, omaggiata dagli attestati di stima degli ex colleghi che erano venuti a conoscenza della sua singolare storia e poi da un vitalizio accordatole dall’imperatore. Mentre la vicenda cominciò a circolare anche all’estero lei smetteva l’uniforme (che per qualche tempo aveva continuato a indossare) per abiti femminili e una nuova vita consacrata il 15 gennaio 1804 dal matrimonio con il tenente dei cacciatori a cavallo Celestino Spini che aveva combattuto nelle fila francesi e che successivamente entrerà nel corpo degli ulani (lancieri) austriaci dove si congederà nel 1819 con il grado di maggiore. La morte dell’amato marito, avvenuta alla fine del 1831, la getterà in uno stato di profonda frustrazione.
Dall’Accademia di Vienna all’apertura dell’Italia alla carriera militare femminile
Nel 1852 Francesca invierà una lettera di auguri in tedesco all’Accademia di Vienna che celebrava il centenario dalla fondazione firmandosi Franz Scanagatta, tenente e vedova del maggiore Spini. Le risposero ringraziandola e chiedendole tutti i suoi dati da inserire nell’annuario e nella storia dell’Accademia pubblicata l’anno seguente. Quando morì ottantottenne nel 1864, il suo mondo non esisteva più. Il Lombardo-Veneto degli Asburgo era entrato nel Regno d’Italia dei Savoia. Lei si era battuta per l’imperatore e augurato ogni bene a quella dinastia avviata al tramonto. Forse anche per questo la sua vicenda ebbe minor eco. Mentre il suo nome è ricordato a Vienna, con una via, nel Belpaese solo a Dongo, paese di cui era originario il padre. L’ingresso delle donne alla carriera militare è avvenuto in Italia il 20 ottobre 1999, con la legge 380 che l’allineava ai Paesi Nato. Il primo ufficiale, per quanto sotto mentite spoglie, era comunque Franz/Francesca Scanagatta.