AGI - C’era una volta il XX secolo. E c’erano una volta le teorie sulla fine della storia (Francis Fukuyama) e sul secolo breve (Eric Hobsbawm). La storia degli ultimi anni ci sta insegnando però qualcosa di completamente diverso, come sostiene Sergio Vento nel suo saggio “Il XX secolo non è finito. Transizioni e ambiguità” (editore Rubettino).
“L’ambasciatore Sergio Vento – scrive nella prefazione Mario Caligiuri, presidente dalla Società Italiana di Intelligence (SOCINT) – nella contrapposizione tra secolo breve e secolo sterminato sceglie una terza via, argomentando che il XX secolo non è finito. In base alle sue esperienze, in cui ha avuto modo di confrontarsi con le reali dinamiche del potere globale, ritiene che le categorie politiche che hanno contrassegnato il Novecento siano sostanzialmente ancora presenti, nonostante l’attuale metamorfosi del mondo. In definitiva, il messaggio che l’Ambasciatore ha indirettamente affidato a questo libro è quello di ribadire l’importanza degli Stati, oggi indeboliti dalle dinamiche della globalizzazione”.
Un saggio che analizza gli effetti di lunga durata di fenomeni che si pensavano conclusi e circoscritti ma che continuano ad influenzare ampie aree geografiche (e geopolitiche) del mondo. “Il superamento della Guerra Fredda, definizione mediatica di indubbio successo che aveva mascherato per 45 anni le spartizioni dell’Europa a Yalta e della Germania a Potsdam – si legge nel testo - ha riaperto il vaso di Pandora delle identità e delle sovranità che avrebbero dovuto diluirsi nella ambigua e concomitante globalizzazione finanziaria e tecnologica”.
Un vaso di Pandora riaperto da temi apparentemente distanti tra di loro come le incognite climatiche, le minacce pandemiche, i flussi migratori incontrollati e non da ultima intelligenza artificiale e cyberguerra. E, secondo Vento, anche e soprattutto da “tre abbagli” che hanno alterato la nostra percezione della storia dello scorso secolo: la sopravvalutazione della fine della guerra fredda; gli equivoci della globalizzazione; la sottovalutazione dei Paesi emergenti come i Brics.
Errori di valutazione che hanno portato all’era “VUCA” in cui viviamo, caratterizzata da Volatility, Uncertainty, Complexity, Ambiguity.