AGI - Esattamente 80 anni dopo ha voluto deporre un fiore nel luogo in cui erano stati fucilati i giovani patrioti che avevano salvato la vita del suo prozio, nel 1944 ufficiale inglese prigioniero in Italia ed evaso da un campo di concentramento. Adam Cousins, londinese di sangue scozzese, ha seguito le indicazioni di un diario di guerra e i racconti di famiglia che l’hanno portato ad Arischia, in provincia dell’Aquila, di fronte a un muro del cimitero dove un plotone d’esecuzione tedesco passò per le armi Renato Berardinucci e Vermondo Di Federico, medaglie d’oro al valor militare alla memoria, mentre due compagni riuscirono rocambolescamente a scampare allo stesso destino.
Una storia di guerra tra Inghilterra, Usa e Italia
Questa storia parte dall’Inghilterra, dove nel 1913 nasce William (Bill) Ramshaw, e dagli Stati Uniti in cui nel 1922, a Philadelphia, vede la luce Renato Berardinucci, figlio di emigranti originari di Picciano, nel Pescarese (ma allora in provincia di Teramo). Per ambedue l’anno di svolta è il 1939. Scoppia la seconda guerra mondiale e Ramshaw è tenente del 5° battaglione del Green Howards Regiment. Combatte in Francia, scampa alla cattura imbarcandosi a Dunquerque nel 1940, viene inviato in Africa dove il I giugno 1942 cade prigioniero degli italiani e dalla Libia viene mandato in un campo di prigionia in Italia. Berardinucci nel 1939 è a Pescara: la madre vuole sottrarlo ai rischi di una chiamata alle armi in virtù della doppia cittadinanza (Mussolini non ha ancora dichiarato guerra gli Usa), vuole fargli conoscere i parenti che non ha mai visto e affinare la sua propensione agli studi già emersa al college di Philadelphia, facendogli seguire le lezioni al Liceo classico “Gabriele d’Annunzio” in vista dell’iscrizione all’università, facoltà di medicina.
La scelta di libertà dopo l’8 settembre 1943
Pescara viene bombardata pesantemente il 31 agosto 1943, con migliaia di morti, e la famiglia Berardinucci (madre e figlio; il padre Vincenzo è tornato da tempo negli Usa) ripara nel paese d’origine, Arriva il giorno dell’armistizio. Nello sfascio italiano Ramshaw evade dal campo di Fontanellato e si dà alla macchia, mentre Berardinucci costituisce una piccola banda di partigiani nel paesino di Piccianello, coinvolgendo alcuni giovani del luogo, tra cui il diciannovenne ex soldato Vermondo Di Federico. Lui, parlando perfettamente l’inglese, funge da raccordo con gli angloamericani e con i paracadutisti alleati inviati dietro alla Linea Gustav che spacca in due l’Abruzzo. Si rende protagonista di imprese spericolate, uccide un ufficiale tedesco in uno scontro a fuoco, riesce con uno stratagemma a penetrare nell’armeria della Wehrmacht di Penne portando via fucili, mitra, pistole, bombe a mano e anche viveri. È ricercato dai tedeschi e protetto dalla popolazione: i paesani creano un'impenetrabile rete attorno alla banda. Sfugge più volte alla cattura grazie a una straordinaria abilità nel camuffarsi e a quella fortuna che aiuta gli audaci. Le due storie di vita si incontrano e si intrecciano nella primavera del 1944.
È infatti la banda di Berardinucci a dare asilo e protezione a Ramshaw e ad alcuni soldati alleati che cercano di ricongiungersi con i loro commilitoni. Uno dei componenti della formazione di patrioti è Balilla Di Matteo e il padre Giuseppe, fotografo, scatta un’istantanea del tenente inglese che occorre al sindaco di Picciano per rilasciargli un documento d’identità autentico con un nome falso: Ramshaw a maggio diventa Antonio Morelli. Per oltre un mese lui e i compagni di fuga sono sotto l'ala della banda di Berardinucci. A giugno il fronte si sfalda e i tedeschi si ritirano. È l’alba della libertà, Berardinucci scioglie la banda e tiene con sé solo pochi altri, e decide di avviarsi verso l’interno dell’Abruzzo, secondo i suoi ex compagni per aggregarsi alla Brigata Maiella, una singolare formazione che da dicembre si batte con gli inglesi del V Corpo d’armata come unità di fanteria da montagna e che si appresta a entrare nel II Corpo d’armata polacco del generale Anders. Il presentimento e il tradimento di una spia
La madre di Renato, Antonietta, ha un brutto presentimento, e decide di seguire il figlio, non essendo riuscita a farlo desistere dal suo piano. Il 5 giugno 1944, a San Pio delle Camere, in provincia dell’Aquila, il gruppo viene circondato, disarmato e arrestato dai soldati tedeschi. Una spia ha venduto i patrioti per 5.000 lire e 5 chili di sale. Ramshaw ha il tempo di distruggere la carta di identità falsa, ma conserva due fotografie che sono arrivate fino a noi e sono finite nepl suo diario di guerra. Lui e gli altri e tre soldati alleati si dichiarano per quelli che sono, e i tedeschi applicano le convenzioni internazionali inviandoli in un campo di prigionia. Per Renato Berardinucci, Vermondo Di Federico, Giuseppe Padovano e Umberto Collepalumbo il tribunale militare applica i bandi di Kesselring ed emette la sentenza della pena di morte.
Davanti al plotone d’esecuzione e il gesto estremo di eroismo
L’11 giugno i quattro patrioti vengono avviati verso il cimitero di Arischia. Il plotone d’esecuzione è composto di pochi soldati, tutt’altro che entusiasti di quell’incarico in piena ritirata, e Berardinucci dice ai compagni che al momento opportuno, poco prima che aprano il fuoco, si getteranno contro i militari, sperando che nella confusione qualcuno possa salvarsi. E così avviene. Nel parapiglia Berardinucci viene subito fatto bersaglio di diversi colpi d’arma da fuoco che l’uccidono, Di Federico è ferito all’addome ed è creduto morto (spirerà dopo ore d’agonia), Padovano raggiunto da un proiettile alla gamba è rotolato giù lungo il canalone e i tedeschi, fortunatamente per lui, non vanno a controllare se respira ancora. Collepalumbo per istinto ha preso una direzione di fuga opposta che l’ha messo al riparo dall’immediata reazione dei soldati e quando questi sparano contro di lui è troppo tardi.
Davanti agli occhi della madre massacrata col calcio dei fucili
Tutto è accaduto davanti agli occhi di Antonietta Berardinucci che ha cercato di fermare anche lei i militari ed è stata ferocemente colpita al volto col calcio dei fucili facendola stramazzare a terra. Sarà ricoverata per molto tempo in ospedale ma le profonde ferite sul volto non saranno niente rispetto alla ferita nel cuore e nella mente che non si risanerà mai.
La medaglia d’oro al valor militare e il filo della memoria
A dicembre del 1945 sarà lei a scrivere a Ramshaw che le risponderà con due lettere. Poi ripartirà per gli Stati Uniti per ricongiungersi al marito, Vincenzo, il quale tornerà in Italia agli inizi degli Anni ’50 per ritirare la medaglia d’oro al valor militare concessa alla memoria del figlio, e per un’impossibile intima missione di vendicarsi a San Pio delle Camere della spia che aveva consegnato Renato al suo destino davanti al muro del cimitero di Arischia: il luogo raggiunto l'11 giugno 2024 da Adam Cousins, seguendo il filo della memoria e dei racconti familiari, per rendere omaggio al giovane italo-americano che aveva pagato con la vita l’aiuto prestato al prozio combattendo per la causa della libertà.