AGI - La “riunione del secolo”. Per la direttrice del museo Poldi Pezzoli di Milano, Alessandra Quarto, il Polittico agostiniano riunito, di Piero della Francesca (1412–1492), è senza dubbio un evento “storico”. Per la prima volta, dopo 555 anni dalla sua realizzazione si possono ammirare, esposte insieme a Milano, le otto tavole del capolavoro del 1469 provenienti dai musei di New York, Lisbona, Londra e Washington, e che grazie a un prezioso lavoro di analisi diagnostiche si svelano al pubblico, rivelando dettagli fino a questo momento sconosciuti. La mostra, presentata oggi, sarà aperta dal 20 marzo al 24 giugno, con orario prolungato fino alle 19,30 proprio per “dare a tutti la possibilità di visitare questa esposizione unica e irripetibile”, realizzata con il sostegno di Fondazione Bracco quale Main Partner, e Intesa Sanpaolo- partner istituzionale con Gallerie d’Italia. Al pannello raffigurante San Nicola da Tolentino, uno dei quattro santi che appartenevano alla parte centrale del polittico, di proprietà del museo milanese, si sono aggiunti quelli raffiguranti San Giovanni Evangelista della Frick Collection di New York, Sant’Agostino del Museu Nacional de Arte Antiga di Lisbona, San Michele Arcangelo della National Gallery di Londra. E ancora, sempre dalla Frick Collection è arrivata la Crocifissione, Santa Monica e San Leonardo e Sant’Apollonia dalla National Gallery of Art di Washington. L’opera gotica, realizzata dall’artista nel 1469 per l’altare maggiore della chiesa degli agostiniani a Borgo San Sepolcro (Arezzo), fu smembrata e dispersa entro la fine XVI secolo. Oggi ciò che resta, sono gli otto pannelli finalmente riuniti. Un’impresa già tentata in passato da altri musei, per ben tre volte, nella quale è riuscito il Poldi Pezzoli.
“E’ la prima volta che questi pannelli vengono prestati. Abbiamo approfittato di una chiusura temporanea della Frick e degli ottimi rapporti e relazioni con gli altri musei - ha spiegato Alessandra Quarto -. Per noi è una giornata di festa. Ce l’abbiamo fatta contro il tempo, contro gli imprevisti, organizzare in 8 mesi la riunione degli 8 pannelli è stata una sfida importante. Quando si lavora in sinergia si riesce, grazie ai direttori dei musei che hanno consentito i prestiti. La riunione del secolo – ha continuato - ha dato possibilità di indagare una serie di elementi che erano rimasti enigmi: grazie a indagini diagnostiche è stato possibile svelare una serie di misteri”.
L’iniziativa della Fondazione Bracco di fare apposite indagini tecniche sul “San Nicola da Tolentino” ha fornito ai colleghi degli altri musei, lo stimolo per realizzare ulteriori indagini tecniche, che hanno consentito di capire il mistero del soggetto del pannello mancante. Da alcuni indizi, uno scalino in porfido, un lembo di velluto broccato cremisi foderato di ermellino, si è intuito che al centro del polittico c’era un’Incoronazione con la Vergine inginocchiata ai piedi del figlio per ricevere la corona, non dissimile alle figure di tali composizioni di Filippo Lippi, artista fiorentino con cui Piero collaborò, mentre l’invenzione di Piero stesso fu d’ispirazione alla grande Pala di Pesaro di Giovanni Bellini. Come ha spiegato Machtelt Brüggen Israëls, che con Nathaniel Silver ha curato la mostra, le scoperte non finiscono qui. Le indagini, che si sono basate su tecniche di diagnostica per immagini ad alta risoluzione, nell’ultravioletto, vicino infrarosso, radiazione X, insieme ad analisi di microscopia e spettroscopia, hanno portato alla luce più di un segreto. Primo fra tutti, il fatto che Piero della Francesca non ebbe a disposizione delle tavole apposite, ma dovette dipingere su una carpenteria medievale, un’unica tavola di pioppo, ricavandone un capolavoro. Poi “abbiamo scoperto l’uso quasi esclusivo di olio come legante e abbiamo visto che, come i fiamminghi, egli applicava delle velature semitrasparenti in modo sottilissimo e ricercatissimo”.
E infine, “con l’uso dello stereomicroscopio abbiamo scoperto le ali, rosa e blu, di due angeli spandendosi dal centro e andando ad affiorare le figure di San Michele e San Giovanni Evangelista. Sono state cancellate dopo lo smembramento del polittico, che fece del San Michele e del San Giovanni Evangelista dei pannelli indipendenti”. Per la curatrice “Nel polittico agostiniano Piero della Francesca ‘ha fatto scendere il cielo in terrà, il Poldi Pezzoli di Milano ripete, per una sola imperdibile volta, questo miracolo. Dopo secoli di dispersione, riporta insieme pannelli pesati per stare insieme”. A riconoscere il valore dell’azione della Casa museo di via Manzoni è intervenuto anche il Vice Direttore della Frick Collection Xavier F. Salomon. “I nostri musei sono basati sul Poldi Pezzoli, era l’esempio di come costruire una casa museo in America. Ha un grande significato culturale”.La “riunione del secolo”. Per la direttrice del museo Poldi Pezzoli di Milano, Alessandra Quarto, il Polittico agostiniano riunito, di Piero della Francesca (1412–1492), è senza dubbio un evento “storico”. Per la prima volta, dopo 555 anni dalla sua realizzazione si possono ammirare, esposte insieme a Milano, le otto tavole del capolavoro del 1469 provenienti dai musei di New York, Lisbona, Londra e Washington, e che grazie a un prezioso lavoro di analisi diagnostiche si svelano al pubblico, rivelando dettagli fino a questo momento sconosciuti. La mostra, presentata oggi, sarà aperta dal 20 marzo al 24 giugno, con orario prolungato fino alle 19,30 proprio per “dare a tutti la possibilità di visitare questa esposizione unica e irripetibile”, realizzata con il sostegno di Fondazione Bracco quale Main Partner, e Intesa Sanpaolo- partner istituzionale con Gallerie d’Italia. Al pannello raffigurante San Nicola da Tolentino, uno dei quattro santi che appartenevano alla parte centrale del polittico, di proprietà del museo milanese, si sono aggiunti quelli raffiguranti San Giovanni Evangelista della Frick Collection di New York, Sant’Agostino del Museu Nacional de Arte Antiga di Lisbona, San Michele Arcangelo della National Gallery di Londra. E ancora, sempre dalla Frick Collection è arrivata la Crocifissione, Santa Monica e San Leonardo e Sant’Apollonia dalla National Gallery of Art di Washington. L’opera gotica, realizzata dall’artista nel 1469 per l’altare maggiore della chiesa degli agostiniani a Borgo San Sepolcro (Arezzo), fu smembrata e dispersa entro la fine XVI secolo. Oggi ciò che resta, sono gli otto pannelli finalmente riuniti. Un’impresa già tentata in passato da altri musei, per ben tre volte, nella quale è riuscito il Poldi Pezzoli. “E’ la prima volta che questi pannelli vengono prestati. Abbiamo approfittato di una chiusura temporanea della Frick e degli ottimi rapporti e relazioni con gli altri musei” ha spiegato Alessandra Quarto. “Per noi è una giornata di festa – ha aggiunto -. Ce l’abbiamo fatta contro il tempo, contro gli imprevisti, organizzare in 8 mesi la riunione degli 8 pannelli è stata una sfida importante. Quando si lavora in sinergia si riesce, grazie ai direttori dei musei che hanno consentito i prestiti”. “La riunione del secolo – ha continuato - ha dato possibilità di indagare una serie di elementi che erano rimasti enigmi: grazie a indagini diagnostiche è stato possibile svelare una serie di misteri”. L’iniziativa della Fondazione Bracco di fare apposite indagini tecniche sul “San Nicola da Tolentino” ha fornito ai colleghi degli altri musei, lo stimolo per realizzare ulteriori indagini tecniche, che hanno consentito di capire il mistero del soggetto del pannello mancante. Da alcuni indizi, uno scalino in porfido, un lembo di velluto broccato cremisi foderato di ermellino, si è intuito che al centro del polittico c’era un’Incoronazione con la Vergine inginocchiata ai piedi del figlio per ricevere la corona, non dissimile alle figure di tali composizioni di Filippo Lippi, artista fiorentino con cui Piero collaborò, mentre l’invenzione di Piero stesso fu d’ispirazione alla grande Pala di Pesaro di Giovanni Bellini. Come ha spiegato Machtelt Brüggen Israëls, che con Nathaniel Silver ha curato la mostra, le scoperte non finiscono qui. Le indagini, che si sono basate su tecniche di diagnostica per immagini ad alta risoluzione, nell’ultravioletto, vicino infrarosso, radiazione X, insieme ad analisi di microscopia e spettroscopia, hanno portato alla luce più di un segreto. Primo fra tutti, il fatto che Piero della Francesca non ebbe a disposizione delle tavole apposite, ma dovette dipingere su una carpenteria medievale, un’unica tavola di pioppo, ricavandone un capolavoro. Poi “abbiamo scoperto l’uso quasi esclusivo di olio come legante e abbiamo visto che, come i fiamminghi, egli applicava delle velature semitrasparenti in modo sottilissimo e ricercatissimo”. E infine, “con l’uso dello stereomicroscopio abbiamo scoperto le ali, rosa e blu, di due angeli spandendosi dal centro e andando ad affiorare le figure di San Michele e San Giovanni Evangelista. Sono state cancellate dopo lo smembramento del polittico, che fece del San Michele e del San Giovanni Evangelista dei pannelli indipendenti”. Per la curatrice “Nel polittico agostiniano Piero della Francesca ‘ha fatto scendere il cielo in terrà, il Poldi Pezzoli di Milano ripete, per una sola imperdibile volta, questo miracolo. Dopo secoli di dispersione, riporta insieme pannelli pesati per stare insieme”. A riconoscere il valore dell’azione della Casa museo di via Manzoni è intervenuto anche il Vice Direttore della Frick Collection Xavier F. Salomon. “I nostri musei sono basati sul Poldi Pezzoli, era l’esempio di come costruire una casa museo in America. Ha un grande significato culturale”.