AGI - Ricevere un regalo inaspettato è sempre bellissimo. Quando poi si tratta di un romanzo inedito scritto da uno dei più grandi autori contemporanei, Gabriel Garcia Marquez, pubblicato a dieci anni dalla morte, è come trovare un tesoro nascosto in giardino di cui ignoravamo l'esistenza. E' arrivato in libreria lo scorso 6 marzo, giorno in cui avrebbe compiuto 97 anni, 'Ci vediamo in agosto' (Mondadori, a cura di Cristòbal Pera, traduzione di Bruno Arpaia - pagg.120, euro 17,50), un racconto scritto nel 1999 e più volte cambiato e riscritto che è rimasto inedito fino ad oggi perchè lo stesso Marquez non era convinto del suo valore e del finale al punto di dire: "Questo libro non funziona. Bisogna distruggerlo". Ora i figli Rodrigo e Gonzalo Garcia Barcha hanno deciso di pubblicarlo, dopo aver affidato a Cristobal Pera (editor dell'ultimo grande romanzo-momoir di Marquez, 'Vivere per raccontarla' del 2002, oltre che dell'ultimo romanzo propriamente detto, 'Memoria delle mie puttane tristi', del 2004) il compito di curarne l'edizione, raccogliendo le varie versioni del testo e le correzioni apportate da Marquez negli anni. Dal 18 marzo 1999, giorno in cui un giornalista di 'El Pais' pubblicò un'intervista a Marquez e un brano del libro 'Ci vediamo in agosto' (che lo scrittore colombiano aveva letto qualche giorno prima nella Casa de America a Madrid dove, invece di tenere un discorso alla presenza del collega Premio Nobel Josè Saramago, aveva letto un brano del suo nuovo romanzo) al 2004 quando finì di riscrivere la versione numero 5, Marquez si occupò di questo romanzo come si fa con un figlio difficile.
In quell'anno, il 40ennale di 'Cent'anni di solitudine', mise da parte il libro - di cui la rivista colombiana 'Cambio' aveva pubblicato nel 2003 il terzo capitolo col titolo 'La notte dell'eclissi' - perchè, rivelò alla sua agente, "a volte bisogna lasciar riposare i libri". Purtroppo in vita Marquez non fu mai soddisfatto del risultato e decise di non pubblicare il romanzo di cui non riteneva valido il finale e non riuscì a finirlo a causa della perdita di memoria che iniziò a colpirlo dal 2010. Eppure questo libro risente moltissimo dell'afflato e dell'arte dello scrittore colombiano e, come sospettano i figli che hanno deciso di "tradire" la volontà del padre, probabilmente i dubbi erano dovuti più alla sua salute ormai malandata (è stato colpito dal morbo di Alzheimer) che dall'effettivo valore artistico dell'opera. "Giudicando il libro migliore di quanto lo ricordassimo, ci è venuta in mente un'altra possibilità: che la mancanza della facoltà che non aveva permesso a Gabo di terminare il libro gli avesse anche impedito di rendersi conto di quanto fosse buono, malgrado le sue imperfezioni", scrivono i figli di Garcia Marquez nella perfezione.
In 'Ci vediamo in agosto' Garcia Marquez affronta l'amore tra persone mature, il desiderio e la passione unite al brivido della trasgressione che irrompono prepotenti quasi per caso nella vita di una donna di quasi 50 anni, Ana Magdalena Bach, che ogni 16 agosto porta sulla tomba della madre sepolta su un'isola dei Caraibi un mazzo di gladioli. Un viaggio che Ana intraprende annualmente in maniera quasi automatica e ripetitiva e che diventa improvvisamente qualcos'altro: un'occasione di trasgressione sessuale, come una parentesi da ritagliarsi in una vita condotta in maniera normale e tutto sommato soddisfacente durante gli altri 364 giorni dell'anno. La donna, scrive infatti Marquez, "da ventisette anni era unita in un affiatato matrimonio con un uomo che amava e che l'amava, e con il quale si era sposata senza finire la facoltà di Arti e Lettere, ancora vergine e senza fidanzamenti precedenti".
Un vita apparentemente felice allietata anche da due figli: un musicista e una ragazza convinta di farsi suora (che comunque non disdegna di passare le notti con un amico/amante jazzista). Apparentemente non ne avrebbe bisogno, eppure nella vita di questa signora all'improvviso irrompe il desiderio di trasgressione. Un attimo di libertà assoluta da vivere un giorno l'anno. Un evento accaduto quasi per sbaglio in uno dei suoi 16 agosto sull'isola, quando ha 46 anni, a causa di un bicchiere di troppo, che diventa una necessità e alimenta la sua vita e le sue ansie di donna matura. Un appuntamento che si rinnova ogni anno per un periodo tutto sommato breve e che si conclude, come dice il curatore Cristobal Pera, "in maniera smagliate" malgrado i dubbi di Garcia Marquez.
Al termine del libro ci sono quattro pagine riprodotte in facsimile con le correzioni dell'autore della cartellina contrassegnata come 'Versione 5' aulla quale alla fine Marquez scrisse le parole "Grande OK finale" (Gran OK final) che la famiglia dello scrittore ha venduto all'Harry Ransom Center dell'Università del Texas. Proprio il fatto che questi documenti fossero disponibili al pubblico ha spinto i figli a "tradire" Gabo, un modo per proteggere il suo lavoro ed evitare che il suo ultimo romanzo inedito vedesse la luce in copie piratate che non tenessero conto delle variazioni e delle correzioni che lo scrittore ha continuato ad apportare anche dopo che la malattia si era manifestata, fin quando gli è stato possibile sedersi di fronte al computer o dettare appunti alla sua assistente. 'Ci vediamo in agosto', scrivono ancora i figli di Marquez nella prefazione, è "il frutto del suo ultimo sforzo di continuare a creare contro ogni circostanza avversa. Il processo di scrittura è stato una gara tra il perfezionismo dell'artista e il venir meno delle sue facoltà mentali". Un libro che i figli dello scrittore reputano di buon livello e che, concludono, "con un atto di tradimento abbiamo deciso di anteporre il piacere dei suoi lettori a tutte le altre considerazioni. Se loro lo apprezzeranno - concludono - e' possibile che Gabo ci perdoni. Noi ci contiamo". E i lettori apprezzano di sicuro.