AGI - Nell’ultima settimana di luglio del 1943 i tedeschi sono attivamente impegnati nella caccia a Mussolini secondo gli ordini impartiti direttamente da Hitler. Eugen Dollmann, colonnello onorario delle SS, interprete ufficiale del Führer per la lingua italiana, diplomatico ufficioso ottimamente introdotto in tutti gli ambienti romani, il 27 luglio è invitato a cena dal Feldmaresciallo Albert Kesselring nella sede del suo quartier generale a Frascati.
«Serio in volto, rabbuiato addirittura, il maresciallo mi presentò laconico agli altri due commensali, il generale dei paracadutisti Student [...] e un giovane capitano della Luftwaffe, Skorzeny. Alla tavola di Kesselring la conversazione era di solito animatissima, ma quella sera spirava aria da cimitero.
La cena dal Feldmaresciallo Albert Kesselring
Student, che soffriva per una grave ferita alla testa, non diceva una parola, e Skorzeny non fece che squadrarmi, quasi divorandomi con gli occhi e nel noto stile inquisitorio della Gestapo, cosa contrastante in maniera vivissima e sospettosissima con la sua uniforme e col carattere generalmente allegro degli aviatori. Dopo cena, il maresciallo mi disse che i due ufficiali volevano parlarmi da soli, per una faccenda assai grave.
Ci trasferimmo in un’altra stanza e lì venne prestato giuramento di tacere sino alla morte, trattandosi di un segreto del Reich. I due avevano l’incarico di mettermi al corrente di un piano del Führer che in poco tempo avrebbe dovuto far cadere nelle loro mani ministri, corona e membri della famiglia reale.
Student, brevissimo, cedette subito la parola all’altro, che espose un progetto divertente e puerile [...]. Fino a quel momento, a Roma sapevano della cosa soltanto Kesselring, il maresciallo [Wolfram von] Richthofen, allora a Frascati anche lui, e io. All’ambasciatore von Mackensen e ai suoi collaboratori non bisognava assolutamente dire nulla [...]. Mi dichiarai incompetente a esprimere un giudizio sopra un’azione di spiccato carattere militare e di polizia, e proposi che s’interpellasse Kappler, tecnico e fiduciario di Himmler a Roma».
Kappler sulla scia di Mussolini
Kappler ritiene subito che siano state invase le sue competenze di polizia, ma non può discutere l’ordine di Hitler. E da quel momento si mette sulla scia di Mussolini. Finora tutte le notizie si interrompono alle 18 del 25 luglio. I servizi segreti italiani sotto la guida del generale Giacomo Carboni l’hanno fatto letteralmente sparire mentre lo trasferivano a Ponza.
Vengono fatte circolare ad arte versioni, indiscrezioni, rapporti attribuiti a diplomatici, ad autorità del governo italiano e del Vaticano, a generali: l’ex Duce sarebbe ricoverato in un ospedale militare, nascosto a Roma, trasferito nel neutrale Portogallo e nel Nord Africa sotto controllo alleato. Le autorità svizzere il 29 luglio devono smentire che abbia passato la frontiera.
Voci fantasiose su dove si trova Mussolini
Una fonte madrilena asserisce che Mussolini non si trova in Spagna ma a Viareggio. La notizia più fantasiosa arriva da Stoccolma, quando si sostiene che è stato arrestato mentre cercava di raggiungere il Reich; un dispaccio da Berna ribadisce invece che è prigioniero del Regio Esercito, ma naturalmente non dice dove. Da Roma viene diffusa la notizia che Mussolini è con la sua famiglia alla Rocca delle Caminate, in pensione.
Coglie nel segno una nota datata Berna, che fa di Mussolini un prigioniero dell’esercito, senza però indicare dove. Sia Kesselring sia Mackensen cercano di carpire l’informazione agli italiani, senza alcun successo. Himmler, sempre sensibilissimo all’esoterismo, riunisce a Berlino astrologi, cartomanti e veggenti in una foresteria della centrale del Sicherheitsdienst sul lago di Wannsee e l’esito di quella riunione è che si trova «in un luogo circondato dall’acqua».
Intanto il capo della Polizia aveva infiltrato nell’entourage di Kappler il giovane funzionario della sua segreteria, Raffaele Alianello: il tedesco era convinto di ricevere confidenze e informative, e invece era l’italiano a raccoglierne per conto di Carmine Senise: «l’invogliai a mettersi più che mai alle costole di Kappler, specialmente nelle ore serali, e quando i tedeschi per abbondanti libazioni sono di solito facili ad aprire il loro animo. Alianello assolse assai bene il suo compito e seppe accattivarsi a tal punto la fiducia del Kappler che questi gli confidò, in gran segreto, che il colpo era stato deciso, ma si aspettava l’occasione per eseguirlo; gli promise inoltre che al momento decisivo gliene avrebbe dato notizia telefonica, in una forma convenuta, che Alianello portò anche a mia conoscenza».
Il 29 luglio l'ex duce compie 60 anni a Ponza
Kesselring il 29 luglio chiede formalmente a Badoglio di voler vedere il Duce per consegnargli personalmente il regalo di compleanno di Hitler, l’opera omnia di Friedrich Nietzsche in edizione esclusiva e con dedica del Führer («Adolf Hitler seinem lieben Freunde Benito Mussolini»), ma Badoglio replica che avrebbe provveduto lui stesso, e sarà di parola per quanto in ritardo.
Il 29 luglio Mussolini compie sessant’anni e a Ponza lo raggiunge il telegramma augurale di Göring, consegnatogli da un carabiniere arrivato di proposito da Roma.