AGI - Viaggio al centro della terra, attraversando ogni strato dal magma alla superficie. Impossibile? Niente affatto. Per provarlo basta andare al Gazometro di Roma, dove da oggi fino a domenica l'installazione site-specific Mater Terrae consentirà a tutti i visitatori di conoscere da dentro la nostra 'madre terra'.
L'opera, prodotta da Eni, è curata da Videocittà, il festival della visione e della cultura digitale ideato da Francesco Rutelli con la direzione artistica di Francesco Dobrovich, che torna stasera per la sua sesta edizione.
Realizzata dallo studio internazionale Sila Sveta con la musica originale del producer Mace, Mater Terrae è un omaggio a un pianeta in costante evoluzione, il cui futuro dipende dal ruolo attivo e consapevole dell'uomo.
Si tratta di un'opera immersiva di 3mila metri quadri, proiettata su una superficie di tulle e visibile solo dall'interno del Gazometro, trasporterà quindi i visitatori in un vero e proprio viaggio nel cuore del pianeta. Per mezzo di veloci passaggi, l'installazione accompagna il visitatore strato dopo strato fino all'essenza della terra.
Partendo dal cuore incandescente del magma, immergendosi nelle sue profondità per scoprire la diversità di flora e fauna. L'acqua, elemento essenziale per la vita, viene rappresentata sia come fluido veloce che scorre nel sottosuolo, sia come protagonista indiscusso dei mari. La colonna sonora accompagna lungo il viaggio con suoni e ritmi pensati per coinvolgere e spingere a riflettere sul ruolo di ogni singolo individuo nel preservare e proteggere il pianeta.
Sfruttando la potenza evocativa dei linguaggi audiovisivi contemporanei, l'installazione punta a trasformare un luogo di archeologia industriale, come l'area del Gazometro, in una celebrazione della bellezza e della fragilità del nostro pianeta. "La prima volta in cui entrai qui, da sindaco, l'area era ancora tutta da bonificare". ha spiegato all'AGI l'ideatore Francesco Rutelli, presentando l'iniziativa alla stampa, "oggi la vediamo in tutta la sua bellezza e magia. Va riconosciuto a Eni la volontà e la capacità di aver investito nella riqualificazione di un luogo che oggi è patrimonio della città. In un momento in cui si parla di surriscaldamento e impatto climatico, è ancora più importante attrarre l'attenzione sui temi ambientali. Ci aspettiamo la partecipazione di giovani e famiglie. L'aspetto più bello è stato, in questi anni, vedere tante persone, anche del quartiere, entrare qui dentro e scoprire un luogo che non conoscevano".
Non solo Mater Terrae. Anche gli ambienti limitrofi saranno interessati da proiezioni immersive, come il videomapping realizzato dall'Istituto nazionale di fisica nucleare sul muro di uno degli edifici interni all'area. Il palazzo una volta sede dell'altoforno sarà, invece, oggetto di un intervento curato da None Collective con una serie di contenuti video sul tema della transizione.
Sempre l'altoforno accoglierà poi anche Futura, una mostra collettiva che riunisce gli artisti, nazionali e internazionali, più rappresentativi del panorama dell'arte digitale e della motion graphic contemporanea. E li' di fronte, con le opere di video arte alle spalle del palco, ci saranno concerti e musica dal vivo. "Il tema portante è l'innovazione dei linguaggi e della socialita'", ha sottolineato il direttore artistico Francesco Dobrovich, "si tratta di un festival che è anche di grande riflessione e, perciò, cerchiamo di raccontare questo momento di transizioni, anche digitali. Parlare di tematiche civiche e sociali è fondamentale per un'operazione culturale, noi siamo portatori di messaggi universali e crediamo sia importante sensibilizzare il pubblico per costruire una nuova coscienza. Verso una transazione che più che materiale, sia nell'approccio mentale".
Dopo il successo di Luna Somnium nel 2022, Videocittà torna con una nuova installazione che promette di fare innamorare ancora una volta i romani. Se la luna gigante proiettata lo scorso anno all'interno del Gazometro era stata protagonista di innumerevoli post romantici sui social, la sfida di quest'anno è far battere di nuovo il cuore. Ma stavolta, per l'ambiente.