AGI - Siamo sempre connessi e in questo sovraccarico di stimoli è utile una "disintossicazione digitale". È quanto sottolinea nel documento "Verso una piena presenza" del Dicastero vaticano per la Comunicazione che offre una riflessione pastorale sul coinvolgimento delle persone nei social media.
Nella nostra condizione di "sempre connessi", siamo esposti "alla tentazione di postare all'istante, poiché siamo fisiologicamente assuefatti alla sollecitazione digitale, desiderando sempre più contenuti in uno scrolling infinito e frustrati da qualsiasi mancanza di aggiornamenti. "Una sfida cognitiva importante della cultura digitale - si legge - è la perdita della nostra capacità di pensare in modo profondo e mirato".
"Scrutiamo la superficie e restiamo in acque poco profonde, piuttosto che ponderare le cose in profondità". "Con questo sovraccarico di stimoli e di dati che riceviamo, il silenzio è un bene prezioso - indica il documento -, perché assicura lo spazio per la concentrazione e il discernimento. La spinta a cercare il silenzio nella cultura digitale accresce l'importanza della concentrazione e dell'ascolto. Negli ambienti educativi o lavorativi, così come nelle famiglie e nelle comunità, cresce l'esigenza di staccarsi dai dispositivi digitali".
"Il silenzio in questo caso può essere paragonato a una 'disintossicazione digitale', che non è semplicemente un'astinenza, ma piuttosto un modo per entrare più profondamente in contatto con Dio e con gli altri".