AGI - Immaginate di entrare in un film di Melies dei primi del ‘900. Una sorta di ‘Viaggio sulla Luna’ dove personaggi bizzarri sfilano accanto ai professori dall’aspetto stravagante. Mettete poi un po’ di cinema espressionista tedesco, da Fritz Lang di ‘Metropolis’ con robot umani a Robert Wiene di ‘Il gabinetto del dottor Caligari’ con un tocco di Martin Scorsese di ‘Hugo Cabret’ con le fantastiche immagini meccaniche e gli oggetti di scena.
E’ quello che capita allo spettatore che entra sotto il tendone maestoso costruito a Tor di Quinto a Roma per assistere allo show ‘Kurios – Cabinet of Curiosities’ del Cirque du Soleil. Sotto il Grand Chapiteau, costituito per la prima volta in Italia con una tela gialla e blu che, in corrispondenza dei quattro alberi principali, arriva a misurare un’altezza superiore ai 25 metri, circa 2.500 persone vivono un’esperienza unica, condotte in un affascinante e misterioso regno, che disorienta i sensi e le percezioni, a tal punto da chiedersi: "È tutto vero o è solo frutto della mia immaginazione?".
Sono accessibili le porte dell'armadietto di curiosità di un ambizioso inventore, che sfida le leggi del tempo e dello spazio per reinventare il mondo intorno a lui: personaggi unici e stravaganti lo guidano in un luogo meraviglioso, dove tutto accende l'immaginazione e le sue curiosità prendono vita una ad una davanti ai suoi occhi.
Un mondo capovolto di poesia e di umorismo dove il visibile diventa invisibile e le prospettive si trasformano. E tutto questo accompagnato dalla musica suonata dalla Kurios Band composta da sei musicisti che si esibiscono dal vivo per mostrare ciò che avviene sul palco, motivi che riportano al jazz classico anni ‘20.
‘Kurios - Cabinet of curiosities’, spettacolo itinerante di Cirque du Soleil Entertainment Group che ha venduto finora oltre 130.000 biglietti in Italia, presentato dai partner italiani Show Bees e Vivo Concerti, è un mix di curiosità insolite e di prodezze acrobatiche mozzafiato, un vero kolossal in puro stile Cirque du Soleil in scena a Roma fino al 29 aprile (a Tor di Quinto è stato allestito un villaggio dalla superficie di 48.000 metri quadrati) per poi andare a Milano a Piazzale Cuoco dal 10 maggio al 25 giugno.
Questa produzione, la 35ª del Cirque du Soleil dal 1984, vanta un cast di 50 artisti provenienti da 17 paesi diversi, alcuni dei quali sono in tournée con il Cirque du Soleil da oltre 15 anni. La scenografia colloca lo spettatore in un luogo ben definito: la camera delle meraviglie di un Cercatore, pieno di oggetti insoliti raccolti durante i suoi viaggi. Ambientato in quello che si potrebbe definire un retro-futuro, l’impianto scenico fa numerosi riferimenti all'inizio della rivoluzione industriale avvenuta durante il XIX secolo, senza esserne vincolato però.
"È come se Jules Verne incontrasse Thomas Edison in una realtà alternativa, fuori dal tempo", spiega lo scenografo Stéphane Roy. In questo universo parallelo, è il motore a vapore e non il motore a combustione interna a regnare sovrano. Il set evoca l'inizio dell'era dell'industrializzazione, ma è come se la scienza e la tecnologia si fossero evolute diversamente e il progresso avesse assunto una dimensione più umana.
Lo spazio della performance è dominato da due strutture chiamate 'camere'; una esplora il tema del suono e l'altra il tema dell'elettricità. Costruite dal Cercatore, utilizzando scarti e pezzi raccolti nel tempo, le due grandi torri servono anche come 'sensori d'onda' realizzati con componenti vari come grammofoni, vecchie macchine da scrivere, lampadine elettriche e turbine. In realtà questi oggetti sono stati recuperati dalle discariche e in seguito smontati, amalgamati e uniti tra loro attraverso tubi e condotti.
Le due camere delle meraviglie sono collegate tra loro attraverso l'arco principale – un altro sensore di onde – che domina il palco. L'apertura al centro, in fondo alla scena, ricorda l'imboccatura di un tunnel ferroviario che attraversa una montagna; è principalmente da qui che gli artisti entrano ed escono dalla scena e che le attrezzature e gli oggetti vengono portati dentro e fuori dal palco.
Lo spettacolo è un omaggio alla fantasia e alla curiosità. Questo mondo meccanico alternativo celebra l'unione di oggetti preesistenti. “Tutti questi oggetti – la tromba, la macchina da scrivere – hanno una loro storia ed è dalla loro associazione che emerge un nuovo significato - dice ancora Roy - un'ulteriore prova che il tutto è maggiore della somma delle sue parti". Padrone di casa è il Cercatore, un umanista tanto ingenuo quanto ingegnoso, con innocenza infantile, crede in un mondo invisibile dove risiedono le idee più folli e i sogni più grandiosi. Scoprirà che le meraviglie sono a disposizione di chi si fida del proprio intuito e della propria immaginazione.
Poi ci sono i curiosistani, gli abitanti di un paese immaginario chiamato Curiosistan e si presentano nel mondo del Cercatore per attivare la sua immaginazione. Una figura autoritaria, il signor Microcosmos è il leader del gruppo. Un tipo serio, incarnazione del progresso tecnologico; il suo mondo è solido, rappresentato dal treno a vapore e dalle strutture edilizie massicce: la Torre Eiffel e il Grand Palais. Quindi c’è Nico l’uomo fisarmonica che ha un costume che gli permette grande flessibilità nei movimenti, può diventare molto piccolo oppure altissimo, arrivando a guardare tutti negli occhi. C’è poi Klara che ha un linguaggio tutto suo e incarna l’ossessione per le telecomunicazioni che l’uomo aveva durante l'età d'oro delle ferrovie, quando furono inventati il telegrafo e il grammofono.
Poiché c'è così tanto lavoro da fare prima che il suo sogno diventi realtà, il Cercatore si circonda di una brigata di assistenti tra cui Kurios Winch e Kurios Plunger, due bizzarri robot costruiti con scarti e parti riciclate dallo stesso Cercatore. Sono creature imperfette e disfunzionali, hanno un forte odore di metallo e pelle e l'immaginazione sfrenata del loro inventore.
Diviso in due tempi, con un intervallo di 25 minuti, lo show mette in scena spettacolari performance. Tra queste un incredibile numero di acrobazia: un uomo forte e una bambola dal viso di porcellana, risvegliati da una scarica elettrica, emergono dal loro carillon e prendono vita. I due artisti si arrampicano in cima a un apparato posizionato a quasi 4 metri da terra. Poi c’è un altro eccezionale numero acrobatico in cui una ragazza salta sulla sua bicicletta sospesa a mezz'aria e, sfidando la forza di gravità, assume, una dopo l’altra, pose plastiche: sul manubrio o sulla ruota, tenendosi solo con un piede o con un braccio. Si accomoda persino sul sellino, mani sul manubrio e piedi sui pedali, ma lei e la sua bici sono a testa in giù.
Non manca il numero di contorsionismo con quattro creature degli abissi, che incarnano anguille elettriche all'interno della camera delle meraviglie del Cercatore, prendono vita in questa performance di contorsionismo sorprendente, veloce e fluida. Le artiste che eseguono questo numero danno vita una serie di incredibili piramidi e fantastiche figure a un ritmo sorprendente. Non manca poi il mimo che gestisce un circo in miniatura con artisti invisibili. Dall'altalena ai tuffi dall'alto, passando per il monociclo su una corda tesa, gli spettacoli si materializzano tutti nella mente dello spettatore grazie alla pura potenza degli effetti visivi e sonori: un cenno poetico e comico alle tradizionali arti circensi.
I numeri si susseguono tra lo stupore e la meraviglia del pubblico fino all’epilogo quando un gruppo di 13 artisti esegue sequenze spettacolari di acrobazie perfettamente sincronizzate e piramidi umane che mettono in mostra l'incredibile agilità del corpo. Oltre a stare in piedi in tre o quattro, ognuno sulle spalle dell'altro, gli artisti si librano nell’aria dove fanno evoluzioni e si incrociano su tre livelli, a terra, invece, si spostano su un monolite posizionato al centro del palco, e tra il pubblico.